Quarant’anni fa l’attentato a Papa Wojtyla

Un momento che resterà nella Storia. Sono le 17,17 del 13 maggio 1981 quando Papa Giovanni Paolo II colpito da due proiettili , si accascia ferito gravemente,  nella campagnola bianca, mentre passava tra i fedeli che gremivano piazza San Pietro.

A sparare è Mehmet Ali Ağca, militante turco del gruppo terroristico di estrema destra “Lupi Grigi” Il Papa sopravvive, forse miracolosamente e  neppure l’attentatore, Ali  Agca, riesce a spiegarselo: ”Ho sparato da quattro metri, non potevo sbagliare”.
Verrà arrestato e condannato all ‘ergastolo. Sarà poi perdonato da Giovanni Paolo II e graziato dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi nel 2000, dopo la “non contrarietà” del Vaticano. La vicenda si chiuse così, ma i dubbi restano.A 40 anni da quel terribile giorno, il mistero dell attentato di Karol Wojtyla non è risolto. Chi voleva uccidere il Papa? Chi c’era dietro Ali Agca? Ed ancora: la pista bulgara, il Kgb, la pista mafiosa. Domande tuttora senza risposta.

“Il Papa doveva morire”

Il  libro di Antonio Preziosi dal titolo “Il Papa doveva morire” ci racconta  di episodi e particolari poco conosciuti o anche inediti legati a quella giornata in cui il mondo si fermò con il fiato sospeso, in attesa di notizie sulla salute del Papa che sopravvisse dopo quasi sei ore di un drammatico intervento chirurgico.

Lo strano “zig zag” del proiettile nell’addome di Papa Wojtyla

Dalla lettura del volume trapela che pochi secondi dopo l’attentato, Papa Wojtyla sussurrasse :”hanno fatto come a Bachelet“, ricordando l’omicidio del Vicepresidente del Csm, ucciso dalle Brigate Rosse. E che sempre pochi secondi dopo l’attentato, ha detto  a Don Stanislao parole di perdono verso l’attentatore, chiunque egli fosse stato. E poi l’incredibile corsa al Policlinico Gemelli a bordo di una ambulanza con la sirena rotta, la porta della sala operatoria chiusa a chiave ed abbattuta a spallate da medici ed infermieri, lo stupore del Capo della equipe medica del Gemelli, il professor Francesco Crucitti, nel constatare la “strana traiettoria” del proiettile che aveva percorso una specie di “zig zag” nell’addome del Pontefice, uscendo dal bacino, evitando di un niente tutti gli organi vitali e l’arteria aorta.

La devozione di Papa Wojtyla per la Madonna di Fatima

ll Pontefice  porterà, esattamente un anno dopo, il proiettile che lo aveva colpito alla Madonna di Fatima, che era apparsa a tre pastorelli il 13 maggio del 1917.Secondo lo stesso Wojtyla, era stata la Vergine a salvarlo: “Una mano ha sparato, un’altra mano ha deviato il colpo”

Le parole di Papa Francesco nell’udienza di mercoledì

Domani ricorre la memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Fatima e il 40°anniversario dell’attentato a San Giovanni Paolo II”. Ha proseguito “Egli stesso sottolineava con convinzione che doveva la vita alla Signora di Fatima” “Questo evento ci rende consapevoli che la nostra vita e la storia del mondo sono nelle mani di Dio”.

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