Non ha deluso le aspettative già chiare da questa mattina il 4° scrutinio alla Camera. Nulla di fatto, fumata (più che) nera per l’elezione del Presidente della Repubblica.
La votazione ha visto 981 elettori presenti di cui 540 votanti, 441 astenuti. La maggioranza sono ancora le schede bianche: 261. Poi via via le preferenze: 166 per Mattarella, 56 per Di Matteo, 8 per Manconi, 6 per Cartabia, 5 per Draghi, 4 per Amato, 3 per Casini, 2 per Baldini, 2 per Belloni, 2 per Bersani. I voti dispersi sono stati 20, 5 le schede nulle.
Siamo allo stallo: Centrodestra e Centrosinistra in cerca della quadra
Adesso, Centrodestra e Centrosinistra sono all’opera per cercare un fronte condiviso, operazione sempre più ardua. Né l’una nell’altra parte ha i voti per imporre un proprio candidato. Risultato: lo stallo. Si prevedono altri incontri in serata e prima di tornare in aula, fra questi il vertice M5S Lega a cui si è detto disponibile Giuseppe Conte. Succederà al vertice di poche ore fa della Lega a cui probabilmente hanno preso parte anche i grandi elettori di Fratelli d’Italia. Un incontro che è sfociato in una accesa discussione anche con i Presidenti di Regione che hanno minacciato di tornare ai propri territori – dove si lavora in un quadro ancora emergenziale – se non ci deciderà entro domani.
Tutte le speranze, allora, sono sul voto di domani, venerdì 28 gennaio. Lo scrutinio, il 5°, inizierà alle 11. La votazione richiede, come anche oggi, la maggioranza assoluta quindi il raggiungimento del tetto di 505 voti. Solo allora la proclamazione di un nuovo (tanto atteso) Presidente della Repubblica.