Voto a domicilio anche per eleggere il Presidente della Repubblica. Tre ipotesi

Voto a domicilio per i positivi e per chi è in quarantena anche per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Varranno le stesse regole delle elezioni amministrative e politiche o, come da ultimo, delle suppletive di domenica scorsa nel collegio di Roma 1. Questa la decisione presa per evitare che i grandi elettori colpiti dal Covid, che alla fine potrebbero essere una cinquantina, non possano partecipare al voto.


 

Intanto, come emerso dalla Conferenza dei Capigruppo della Camera di ieri sera, è muro contro muro tra centrodestra e centrosinistra. Favorevole il primo a trovare un modo per salvaguardare il plenum, esigenza sottolineata da diversi costituzionalisti. Fermamente contrario il secondo.

Tre ipotesi: voto da remoto, seggio ad hoc, a domicilio

Ma come farlo? Tre le ipotesi sul tavolo, tutte presentano limiti di fattibilità. Il voto da remoto richiederebbe l’allestimento di un apparato informatico di cui Senato e Camera non dispongono. Un apparato che non può essere predisposto in pochi giorni.

Anche l’idea di creare un seggio ad hoc dove possano votare i positivi presenta diversi ostacoli. Non sarebbe sufficiente il ricorso al principio della cosiddetta autodichia. Occorrerebbero invece delle norme statali per disciplinare lo spostamento per e dal seggio degli interessati.

Voto da remoto, creazione di un seggio ad hoc oppure in ultimo il voto a domicilio. Non sarebbero necessarie particolari regolamentazioni né specifici nulla osta da parte della struttura di consulenza tecnico-scientifica che opera al Senato e alla Camera. Verrebbe applicata la circolare emanata venerdì scorso che consente e disciplina la circolazione tra regioni anche per i positivi. Questi, una volta raggiunta Roma, dovrebbero indicare il proprio domicilio. Qui verrebbe raccolto il voto espresso, come è già avvenuto in passato in occasione delle elezioni amministrative e politiche per gli elettori che non potevano recarsi ai seggi.

In ogni caso occorre una disciplina per stabilire le modalità di questa procedura

Naturalmente la Giunta del Regolamento della Camera dovrebbe comunque predisporre una disciplina per stabilire le concrete modalità con le quali attuare questa procedura. Una decisione che tuttavia richiede prima un preventivo via libera da parte delle forze politiche. E quindi un accordo pressoché unanime, al momento lontano.

(foto di Adnkronos)

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