Record spostamenti in sharing durante la pandemia

Durante il primo lockdown c’era stato un breve crollo iniziale ma in seguito c’è stata un’esplosione del fenomeno della mobilità condivisa, soprattutto per quanto riguarda monopattini, scooter e biciclette. In base ai dati della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e delle principali piattaforme di settore appare che il valore medio dell’incremento del numero di veicoli, indica una crescita del +202%.

La tendenza per la sharing mobility sta prendendo sempre più piede, tanto da essere riuscita a spingere l’industria automobilistica a ricalibrare il proprio modello di business tenendo appunto ben presente la sharing economy e questo è un importante indicatore di come la tecnologia ed internet siano riusciti a sostituire l’automobile nei desideri dei più giovani e molto spesso anche dei meno giovani, inducendo a spostarsi sempre più spesso con la micromobilità.

L’impatto della sharing mobility sull’economia sarà, dal punto di vista delle aziende, di circa 8 miliardi di euro. Gli analisti delle maggiori società di smart mobility hanno poi preso in esame, attraverso un sondaggio, l’attuale situazione Covid-19 che vede l’Italia divisa in 3 zone. A seconda della regione, e in molti casi anche del colore ad essa attribuito, cambia il comportamento dei cittadini e gli italiani risultano divisi, oltre che in 3 zone, anche in 3 tipi di comportamento differente: audace, pauroso oppure equilibrato.

In alcune regioni delle zone rosse, o che sono state incluse in zona rossa per un periodo, la maggiore limitazione degli spostamenti ha fatto scattare il desiderio di trasgredire come è successo ad esempio in Lombardia, dove i residenti sono più audaci e non temono affatto di ricorrere al carsharing.

Nel Lazio prevalgono invece i paurosi, infatti nonostante i protocolli di disinfezione delle autovetture  si preferisce evitare il carsharing ed optare piuttosto per i veicoli aperti: motorini, biciclette e monopattini.

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