Per la governance delle banche italiane è l’ora dei nuovi criteri onorabilità e idoneità

Finalmente la sorsa settimana è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Regolamento del MEF n. 169 “Fit & Proper”, con cui si dà concreta attuazione al recepimento operativo nel nostro ordinamento della Direttiva UE n. 26 del 2016 in tema di criteri di onorabilità e di idoneità  per gli incarichi di vertice del mondo bancario italiano.

Un provvedimento, più volte invocato e sollecitato dallo stesso Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per il suo rilevante impatto sulla governance delle imprese creditizie, nel quadro di una vigilanza prudenziale coerente con le linee guida dettate dalla Banca Centrale Europea.

Tra i paletti fissati in tema di onorabilità dal Regolamento, che si compone di 27 articoli, spicca l’obbligo per i potenziali candidati di non avere riportato condanne penali e sanzioni amministrative per violazione della normativa societaria e bancaria.

Sono, inoltre, previsti  limiti al cumulo di incarichi di vertice e, una volta nominati, la garanzia di dedicare un tempo congruo all’espletamento del proprio incarico con verifica ex post da parte degli organi competenti .

Per quanto attiene ai criteri di idoneità sarà necessaria una valutazione delle competenze tecniche in materia finanziaria nei suoi principali diversi aspetti e serviranno almeno 5 anni di esperienza in direzione e controllo gestionale nel settore creditizio per assumere un primo incarico di Amministratore Delegato o di Direttore Generale; mentre, nel caso del Presidente non Esecutivo, potranno valere anche gli anni di insegnamento universitario. Una griglia temporale rigorosa che prevede, peraltro, un addolcimento per gli incarichi apicali nelle Banche di Credito Cooperativo di minore dimensione.

Detto che il Regolamento estende il proprio ambito operativo anche agli altri intermediari finanziari, ai confidi e agli istituti di moneta elettronica, lo si può considerare un passo normativo importante, non solo per il doveroso allineamento con gli altri Paesi dell’UE che avevano già recepita e data piena attuazione alla Direttiva Europea; ma, anche e soprattutto, per il segnale che con esso viene dato della volontà di procedere in Italia, in un momento storico così delicato, sulla strada di una maggiore trasparenza e di un innalzamento qualitativo della governance aziendale nel settore finanziario.

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