Roma, 13 feb. (Adnkronos) – “Si lascino lavorare gli attuali vertici della Rai fino alla conclusione del mandato, poco più di un anno; e poi si traggano le valutazioni legittime”. E’ la “semplicissima esortazione” che rivolge al mondo della politica l’ex presidente della Rai, Roberto Zaccaria, intervistato dalla AdnKronos sulle polemiche e sulle richieste sollevate nei confronti dei vertici di Viale Mazzini a conclusione del ‘Festival di Sanremo’. “Mi permetto di osservare che questa è anche un’esigenza che deriva dalla nostra Costituzione”, aggiunge.
“Le polemiche sulla Rai e le richieste di cambiamenti mi sembrano sinceramente inappropriate, dopo gli eccellenti risultati del Festival di Sanremo con record di qualità e di ascolti”, afferma Zaccaria ribadendo “le mie impressioni dopo la straordinaria performance di Roberto Benigni, sulla Costituzione, alla presenza compiaciuta del Capo dello Stato, Sergio Mattarella”.
Ricorda Zaccaria: “Sono stato presidente della Rai, più di venti anni fa e dopo le elezioni del 2001 che hanno capovolto la maggioranza esponenti politici di primo piano hanno chiesto le mie dimissioni, ma io che ero stato indicato dai Presidenti delle Camere ho detto che avrebbero dovuto aspettare fino alla fine del mio mandato ed infatti il 16 febbraio del 2002, alla scadenza precisa, me ne andai”.
Oggi, prosegue Zaccaria, “le regole che disciplinano la Rai sono cambiate, ma la sostanza delle cose no. Nel 2015 il Consiglio si trovò a metà mandato di fronte alle dimissioni spontanee del Direttore Campo dall’Orto e lo sostituì rapidamente con Orfeo per non aprire una crisi”. E ancora, “nel 2018 il Consiglio si trovò di fronte ad un cambio di maggioranza a metà mandato da gialloverde a giallorossa e continuò il suo incarico fino alla conclusione del mandato”.
La Rai, sottolinea l’ex presidente di Viale Mazzini, “dipende dalle istituzioni, ma è un’azienda, con piani da sviluppare progetti da realizzare, impegni da assolvere. Il suo lavoro non può essere interrotto bruscamente senza provocare danni enormi”.
(di Enzo Bonaiuto)