Scontri anti-lockdown: proteste in Olanda e Libano

Gli scontri in Olanda per protestare contro il lockdown sono già alla seconda ondata. La notte scorsa, diversi manifestanti hanno proseguito con la loro protesta in diverse località dei Paesi Bassi. Il motivo è sempre lo stesso: niente coprifuoco anti Covid per il fine settimana.

Per poter placare il caos generato dagli scontri a Rotterdam è intervenuta la Polizia in tenuta antisommossa e costretta ad utilizzare un cannone ad acqua. I media olandesi fanno sapere che sono centinaia le persone arrestate e il premier Rutte ha dichiarato: “Questa è violenza criminale, la tratteremo come tale”.

Tra i manifestanti nelle piazze alcuni sono sostenitori del gruppo anti-immigrati Pegida. Nella stazione centrale sono stati saccheggiati negozi e alcuni veicoli sono stati dati alle fiamme. Mentre ieri, i manifestanti avevano dato alle fiamme un centro per i test

Scontri anche in Libano

La notizia del lockdown per evitare la diffusione e il contagio del Coronavirus ha creato numerose tensioni non soltanto in Europa. Anche in Libano, centinaia di persone  sono scese in strada per manifestare. Gli scontri sono peggiorati quando i manifestanti hanno cominciato a lanciare pietre e bruciare pneumatici.

In risposta, la Polizia ha lanciato gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Da quello che si apprende, sono rimaste ferite negli scontri una trentina di persone e di queste, sei si trovano in ospedale. Il coprifuoco disposto per il Libano è di 24 ore su 24. Un blocco totale per due settimane. I casi di Coronavirus sono troppi e questa è l’unica soluzione per evitare un crollo del loro sistema sanitario. Un problema da non sottovalutare, soprattutto per la città di Tripoli, ovvero la più povera del Libano. 

 

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