Il Senato approva la fiducia: 156 favorevoli. Colpo di scena da Forza Italia

Dopo 12 ore, si conclude la seduta al Senato. Il Governo ottiene la fiducia con 156 voti a favore contro i 140 contrari. La giornata non è stata priva di colpi di scena o momenti di caos. Al termine della votazione sorgono problemi per quanto riguarda il voto di due senatori: Ciampolillo (M5s) e Nencini (Psi). I due avrebbero votato pochi secondi prima della chiusura da parte della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ma questo è stato constato successivamente.

Motivo che  causa un ritardo sul risultato finale. Colpo di scena invece sulla votazione di due senatori di Forza Italia: Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin. I due forzisti votano per la fiducia, ma questo costa ad entrambi l’espulsione dal partito. Antonio Tajani dichiara: “Causin e Rossi sono fuori da Forza Italia. Votare con il Governo in questo caso non è una questione di coscienza”. 

Tra i primi commenti quelli di Salvini e Meloni: “Ci rivolgeremo al Presidente Mattarella” e Luigi Di Maio:Indecoroso mercato di poltrone”.

Sintesi della seduta prima del voto al Senato

Conte riprende la parola e si difende: rivendica il dialogo e ribadisce come la responsabilità della rottura sia tutta sulle spalle di Italia Viva, “difficile governare con chi mina equilibri”, attacca. Occupare “le poltrone” poi non la reputa un’accusa pertinente: l’importante è farlo “con disciplina e onore”, come recita la Costituzione.

Quello di cui il Paese ha bisogno “è una politica indirizzata al benessere dei cittadini” per evitare che “la rabbia sociale” esploda e si trasformi in “scontro”, è la tesi argomentata dall’avvocato. E dunque serve un governo, in grado di agire.

Con il voto a tarda sera si chiude la maratona parlamentare e si apre però la difficile composizione della crisi aperta dal senatore di Rignano con le dimissioni delle ministre una settimana fa.

Ora sarà il momento delle scelte: c’è il Ministero dell’Agricoltura da affidare, la delega dei Servizi segreti da esercitare. Ma anche  l’azione del Governo da rilanciare con un nuovo patto di legislatura, a partire dal Recovery plan, cercando di allargare la maggioranza a quel drappello di responsabili o ‘volenterosi’, come li definisce  il Presidente del Consiglio, in grado di traghettare in acque più sicure l’esecutivo.

 

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