Shoah. Storia e cronologia di un odio

‘Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.’

La citazione è una delle più note tratte dal libro di Primo Levi, “Se questo è un uomo“. Nel ricordare ciò che avvenne in quel triste capitolo del Novecento, ci soffermiamo non tanto nel ragionare sulle parole citate, che già da sole tutto potrebbero spiegare, bensì sui fatti storici che hanno portato quelle migliaia di persone a perdere tutto. Alle azioni che hanno portato ogni uomo, a perdersi.

Mein Kampf. L’odio partito da una mente 

Con la pubblicazione del libro autobiografico Mein Kampf, avvenuta il 18 luglio 1925, Adolf Hiltler mostrò il suo pensiero politico. Nel libro vi è senza alcun dubbio il massimo della sua forza dedita alla lotta antiebraica. È qui che il Führer sviluppa, attraverso falsi documenti, la sua teoria del ‘pericolo ebraico’, definendo gli ebrei dei ‘Traditori, parassiti, usurai e truffatori’.

L’odio scorre tra le righe e viene risputato sotto forma di una visione razzista del mondo e spiegato come la forza dell’Occidente possa sconfiggere la forza orientale. Del Mein Kampf furono vendute inizialmente 10mila copie, ma nel 1930, con il rafforzamento del Partito Nazista, le vendite aumentarono a dismisura. Tanto che tutti avrebbero potuto conoscere quel testo scritto da Hitler mentre si trovava in prigione. Mentre i tedeschi lo elogiavano, e in molti temevano di odiarlo (anche segretamente), di lì a poco quell’odio letterale si trasformò in legge. Poi ancora la legge, mutò in morte.

Le Leggi di Norimberga 

Il 15 settembre del 1935, in occasione del settimo raduno del Partito Nazionalsocialista che si tenne a Norimberga, vennero annunciati da Hitler i provvedimenti legislativi dell’antisemitismo. Le leggi erano tre:

“Legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco”Erano vietati i matrimoni con gli ebrei al fine di mantenere integra la razza ariana. Non era loro permesso di prendere a servizio domestiche tedesche e non potevano esporre bandiere e colori del Reich. Pena un anno di carcere.

“Legge sulla cittadinanza del Reich”. La popolazione doveva essere divisa in cittadini del Reich e “membri di razze estranee”. Agli ebrei venne tolto il diritto di voto e vennero esclusi dal pubblico impiego. Ciò che ne seguì fu una diminuzione dei diritti e al contrario, un aumento dei divieti.

“Legge sulla bandiera del Reich”. Con questa legge si stabilì che la croce uncinata diventasse il simbolo sulla bandiera del Reich e autorizzò il Ministero degli interni alla pubblicazione di ulteriori direttive.

Il 1942.

Il primo settembre 1939 con l’attacco della Germania alla Polonia, scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Il numero degli ebrei continuava a crescere  e Hitler si trovò di fronte a un “problema” che si contava in milioni di persone di “razza inferiore” da continuare a odiare. Gli ebrei vissero in condizioni disumane nei ghetti delle città polacche e molti di loro furono massacrati dalle unità operative di sterminio comandate da ufficiali della Polizia di Sicurezza tedesca (Sipo) e del Servizio di Sicurezza (SD).

La situazione diventava sempre più complicata, finché il Generale Heinrich Luitpold Himmler, non pensò a un’unica e ultima soluzione.

I campi di sterminio 

Progettati per essere delle fabbriche della morte, dove gli ebrei venivano mandati a morire. Di morti, al termine della guerra, ne furono contati circa tre milioni. Nel corso del Terzo Reich vennero costruiti sei campi di concentramento: Chelmno, Belzec, Sobibór, Treblinka, Majdanek e Awschwitz-Birkenau.

Quando il teatro degli orrori venne aperto, ciò che trovarono fu impossibile da dimenticare. Uomini, donne e bambini, divennero delle cavie umane per esperimenti raccapriccianti. Dalla sterilizzazione con iniezioni di nitrato d’argento al gas applicato direttamente nei polmoni attraverso un tubo. Prelievi totali del sangue che portavano alla morte, veleno nel cibo, elettroshock e le camere a gas.

Prima che la storia venne a conoscenza di tali atrocità, i tedeschi tentarono di distruggere le prove dello sterminio. Auschwitz fu il più grande campo di concentramento e venne liberato nel 1945 dai Sovietici, gli americani liberarono il campo di Buchenwald, mentre i britannici alcuni campi nel nord della Germania.

I nazisti non riuscirono nell’intento di distruggere le macchine della morte, ma negli anni, riuscirono a mettere fine all’identità di un popolo non ritenuto all’altezza di toccare la terra e stare sotto lo stesso cielo di un folle.

 

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