La “sostituzione etnica” di Lollobrigida: tutti i commenti meno uno

L’eco della “sostituzione etnica” lanciata nell’etere dal Ministro della Sovranità alimentare non è destinata a placarsi. Se prima sembrava profilarsi come la ‘solita’ polemica tutta di Sinistra, fra accuse di neofascismo impregnato di suprematismo bianco per mettersi al centro del dibattito e non, oggi sono fioccati commenti negativi anche dalla stessa ala di Lollobrigida.

Antefatto: calo delle nascite? No alla ‘sostituzione etnica’

Questa la frase incriminata, per chi se la fosse persa. Lollobrigida sale sul palco del decimo Congresso della CISAL e parlando della crisi della natalità in Italia dice: “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli e li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada”. Sì, ha detto “sostituzione etnica” in barba ad anni e anni di dibattiti, revisioni storiche, desinenze sostituite all’occorenza o fatte cadere, riflessioni professionali sull’uso di questa o quella parole e perchè. Lollobrigida l’ha pensato e l’ha detto: sostituzione etnica. Senza farne un discorso di posizione, è chiaro che l’ascoltatore, nel popolo come nell’emiciclo, abbia un brivido al sentire queste due parole vicine. E non si può fermare la mente che da “sostituzione” salta a “pulizia” in un excursus in cui non si incontra certo ‘brava gente’ nè buoni leader democratici. Viene naturale: Ministro no la prego, non si può usare questa espressione nel dibattito politico. Non adesso. Non qui.

Da lì pioggia di commenti, accuse, urla allo scandalo. In testa, subitanea, la Segretaria del Partito Democratico. Elly Schlein.“Noi non vogliamo stare dalla parte di un Ministro che parla di ‘sostituzione etnica’, che è linguaggio da suprematismo bianco”. Anche Carlo Calenda twitta: “Riesumare il vecchio refrain della ‘sostituzione etnica’ riporta il Governo ad una postura incompatibile con una presenza autorevole in Europa. Siamo di fronte ad un’involuzione sbagliata e pericolosa per l’Italia”.

M5S su parole Lollobrigida: “mostrano la destra italiana per quello che è”

Duri i commenti del MoVimento 5 Stelle. “Le parole del Ministro Lollobrigida sulla presunta sostituzione etnica alla quale l’Italia non dovrebbe arrendersi – in una nota le parlamentari Vittoria Baldino e Alessandra Maiorino, Vicepresidenti dei Gruppi M5S alla Camera e al Senato – sono sconcertanti e disgustose, mostrano la destra italiana per quello che è. Loro ci provano a indossare il vestito buono, a darsi un contegno ora che sono al Governo, ma inevitabilmente perdono il controllo e vengono fuori al naturale. Probabilmente sono nervosi perché annaspano su tutto, dall’immigrazione al caro vita”.

Magi, +Europa: “crisi della nostra democrazia”

Rincara la dose +Europa. “Avere al Governo del Paese esponenti politici come Lollobrigida, come la stessa Presidente Meloni e il Ministro Salvini che usano i peggiori teoremi della razza, tipici della destra suprematista e complottista, che sono stati di ispirazione a numerosi attentati, deve farci riflettere su quanto sia in crisi la nostra democrazia“, commenta il Segretario Riccardo Magi. “Vanno combattuti politicamente perché da donne e uomini delle istituzioni non si rendono conto di quanto sia grave e pericoloso brandire quei teoremi stando nelle istituzioni”.

Con lui anche Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “Il Ministro Lollobrigida parlando di sostituzione etnica strizza l’occhio a quella cultura neofascista che fa del suprematismo bianco l’elemento di azione dei gruppi di estrema destra in Italia e in Europa. Non dobbiamo meravigliarci – ma scandalizzarci si – del silenzio della Premier Meloni sulle parole vergognose del Ministro Lollobrigida, perché è lo stesso humus in cui lei è cresciuta con lui e perché quelle parole le pronunciava anche lei stessa”. 

Resta in silenzio la Premier, infatti, chiamata in causa anche dalla Segretaria Dem: “Mi auguro che Giorgia Meloni prenda le distanze con forza. Perché quando tutti i giorni Ministri o alte cariche dello Stato fanno dichiarazioni di questo tipo smettono di essere incidenti, ma diventa uno schema e noi ci opporremo con forza a questo schema”, scrive Schlein.

A questo punto Lollobrigida chiude con “La sinistra evidentemente è in difficoltà e priva di argomenti”. Gli fa eco il Vicepresidente della Camera dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli. “La sinistra, accecata dalla perdita di potere, dalla marginalità politica e dalla confusione di contenuti, è unicamente impegnata in una stucchevole guerra di parole. Non contano le storie personali né la sostanza nella gestione del proprio ruolo, cerca parole su cui scatenare futili tempeste mediatiche, spesso screditando l’immagine dell’Italia. Sono contenti così…”.

Oggi, a destra: Centinaio e poi Schifani

Ma la questione non si chiude affato. E oggi pure sparuti commenti negativi dalla stessa destra. Il primo è del Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega). A dispetto di quanto nelle ore si sia già detto in merito all’uso di questa stessa espressione da parte del leader Salvini nel 2017 sui social (fior fior di post vengono riesumati), Centinaio a L’aria che tira‘ di La7 prende la sua posizione. “Il Ministro Lollobrigida ha pronunciato parole veramente brutte, ha sbagliato la forma e spesso la forma è sostanza”. Poi, certo, aggiunge: “Credo anche che non ci sia bisogno di 500mila immigrati per fare alcuni lavori, soprattutto in agricoltura. Dobbiamo piuttosto aiutare gli italiani ad avere un lavoro equo con uno stipendio equo”. Così torna al distinguo noi vs loro  che rende chiaro anche quanto il cuore della polemica non sia stata nè percepita nè metabolizzata, almeno dall’esponente Lega.

Si aggiunge infine il commento, soft e a latere, del Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani :“Io non avrei detto quello che ha detto il Ministro Lollobrigida, per me l’essere umano esiste e merita rispetto nella sua dignità umana, etica e sociale, al di là del colore de colore della pelle e della sua provenienza”.

Resta un grande assente, al momento: “LA” (è il caso di sottolinearlo) Presidente Meloni che ancora non proferisce parola sull’infelice uscita del cognato. E speriamo in meglio: perché le parole contano!

 

 

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