Spaccio a Tor Bella Monaca: blitz dei Carabinieri con 51 arresti

Cinquantuno arresti all’alba, compiuiti  in tutta Italia, per soggetti  facenti capo ad un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico e radicata a Roma, con base operativa e logistica a Tor Bella Monaca. Il blitz dei Carabinieri del Comando Provinciale è scattato oggi, martedì 27 aprile. Azzerati i vertici della più grande piazza di spaccio operante nella borgata romana.

Più di trecento i militari, coadiuvati dalle unità cinofile e supportati da elicotteri del Nucleo Carabinieri di Pratica di Mare, che stanno partecipando al blitz. I militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I destinatari si trovano in varie regioni della Penisola, da Nord a Sud.

Giro d’affari a Tor Bella Monaca

Le indagini ,svolte dal Nucleo Investigativo della Compagnia Carabinieri di Frascati, hanno permesso di ricostruire i ruoli  all’interno dell’organizzazione che fa capo a tre fratelli che gestivano l’attività delinquenziale della piazza di spaccio e che si trova su via dell’Archeologia 106 a Tor Bella Monaca. Circa 600mila euro mensili il giro d’affari.

Circa 20.000 euro al giorno, che hanno permesso agli associati sia di reimpiegare i proventi illeciti in varie attività commerciali, sia di vivere una vita di lusso e sfarzi. Orologi costosi, supercar, vacanze all’estero e gite in elicottero. Ricchezza che viene evidenziata anche nel testo dell’ordinanza: “…significativo sul punto anche quanto segnalato dal P.M. circa l’ostentazione evidente operata da L.D del suo potere e prestigio criminale nel quartiere di Tor Bella Monaca. In considerazione anche delle sue elevate potenzialità economiche, attraverso l’utilizzo abituale di vetture, orologi, abbigliamento di lusso”.

Le modalità della condotta complessivamente considerate alla luce del materiale probatorio in atti, avuto riguardo in particolare anche ai delitti di tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni aggravate, e autoriciclaggio contestati all’indagato L. D., lasciano emergere la pericolosissima personalità degli indagati, che hanno agito con pervicacia criminale e assoluto spregio dinnanzi all’Autorità dello Stato”

Come in una perfetta organizzazione aziendale gli spacciatori che si rivelavano capaci ed affidabili venivano promossi a ruoli di supervisione. Il risultato era un organigramma strutturato di tipo manageriale dove i compiti erano suddivisi rigidamente.

Chi sbagliava subiva punizioni gravissime: si è arrivati a registrare veri e propri sequestri di persona ai danni di associati “infedeli e addirittura di loro familiari, rapiti per essere brutalmente picchiati. Per questo motivo è riconosciuta l’aggravante di avere agito con il metodo “mafioso“.

 

 

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