Tra i leader del G7 si discute sulla “sindrome cinese”

Un Portavoce dell’Ambasciata cinese a Londra, citato sul sito della Reuters, ha affermato in merito al vertice del G7 in corso in Cornovaglia: “I giorni quando le decisioni globali erano dettate da un piccolo gruppo di Paesi sono finiti da molto. Noi crediamo che i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, poveri o ricchi, siano tutti uguali e che gli affari del mondo devono essere gestiti attraverso la consultazione tra Paesi”.

A Joe Biden,  Boris Johnson e al Premier canadese Justin Trudeau che volgiono promuovere misure più dure per arginare la Cina, si contrappongono l’Unione Europea e i suoi leader, in particolare Mario Draghi e Angela Merkel, più cauti e interessati a enfatizzare le possibili aree di cooperazione con Pechino. Secondo l’Amministrazione USA, tra i leader c’è stata una discussione con  differenze di opinione e non  tanto sulla minaccia posta dalla Cina, ma su come reagire. Fra le ipotesi discusse, quella della  cancelliera Merkel che avrebbe sottolineato la necessità di una task force centrata su un’agenda che metta al centro il clima e gli scambi commerciali.


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Redazione

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