Sembrerebbe che un team di scienziati gallesi e americani abbia individuato la causa scatenante dei coaguli di sangue dopo la somministrazione del siero Vaxzevria di AstraZeneca. I risultati dello studio, condotto dall’Arizona State University e dall’Università di Cardiff, sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances. Il team di ricerca ha mostrato come una proteina nel sangue sia attratta da un componente chiave del vaccino, innescando così una reazione che coinvolge il sistema immunitario e che può culminare nei coaguli.
I ricercatori hanno usato una tecnica chiamata “microscopia elettronica” per ottenere immagini dell’adenovirus a livello molecolare. Da lì hanno scoperto che la superficie esterna dell’adenovirus attrae la proteina spike presente nell’organismo e fondamentale per mantenere nel corpo l’equilibro tra coagulazione e anti-coagulazione nel sangue.
Alan Parker, uno dei ricercatori dell’Università di Cardiff, ha dichiarato: “L’adenovirus ha una superficie estremamente negativa e il fattore quattro delle piastrine è estremamente positivo. E proprio questa attrazione tipo magnete sarebbe la causa degli effetti indesiderati che, seppur raramente, si verificano alla somministrazione di Vaxzevria”.
Un portavoce si AstraZeneca ha spiegato che: “sebbene la ricerca non sia definitiva, offre spunti interessanti e AstraZeneca sta esplorando modi per sfruttare questi risultati, nell’ambito dei nostri sforzi per rimuovere questo effetto collaterale estremamente raro”. Secondo la casa farmaceutica, il suo vaccino ha salvato più di un milione di vite in tutto il mondo e prevenuto 50 milioni di casi di Covid ma che per i casi di coaguli nel sangue, seppur rari, l’utilizzo di questo tipo di vaccino nel mondo è stato ridotto.
L’Italia ha sospeso già a luglio le consegne dei sieri Vaxzevria e Janssen, procedendo esclusivamente con Pfizer e Moderna. Questo avviene con le terze dosi, anche per chi ha effettuato le prime con i sieri ad adenovirus.