Ucraina il punto

Ucraina (1 giugno ore 10) – Il punto sulla guerra

L’atteso attacco hacker di ieri da Killnet sull’Italia è fallito. È questa è già una buona notizia. Su Telegram sono apparsi i complimenti alla sicurezza in rete italiana. “Eccellenti specialisti lavorano in questa organizzazione. Ho effettuato migliaia di attacchi a tali organizzazioni, e anche cyberpol non dispone di un tale sistema per filtrare migliaia di richieste Al momento vedo che questi ragazzi sono dei bravi professionisti! Falso governo italiano, ti consiglio di aumentare lo stipendio di diverse migliaia di dollari a questa squadra! CSIRT accettate i miei rispetti signori! Ps: Killmilk”. 

A Verkhovna Rada, il Parlamento di Kiev, ha votato per l’imposizione di sanzioni per un periodo di 10 anni contro il Patriarca di Mosca Kirill e altri rappresentanti della Chiesa ortodossa russa. A riportare la notizia è la Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa. Ora questa decisione deve essere presa in considerazione dal Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina.

Intanto, sul campo, le truppe russe avanzano a Severodonetsk. La resistenza ucraina continua e la città strategica nel cuore del Donbass, sotto assedio da settimane, non è ancora interamente accerchiata. Entrambe le parti confermano che la città è già per un terzo, forse metà, in mano russa. Intanto, il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc) fa sapere che circa 12.000 civili sono intrappolati e bisognosi di aiuto a Severodonetsk. Dichiarano: “Temiamo che fino a 12.000 civili siano intrappolati nel fuoco incrociato della città”, “con accesso insufficiente ad acqua, cibo, medicine o elettricità”.

Zelensky: non abbiamo intenzione di attaccare la Russia

“Stiamo perdendo tra i 60 e i 100 soldati ogni giorno“. A dichiararlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sottolineando, in un’intervista a Newsmax, che la situazione nell’est del paese è molto difficile. Stiamo perdendo da 60 a 100 soldati ogni giorno e circa 500 feriti in combattimento”, ha dichiarato Zelensky. “Attualmente, 22,5 milioni di tonnellate di grano sono bloccate dalla Russia“, ha aggiunto Zelensky. “Per sbloccare il territorio con uno sbocco sul mare”, “dobbiamo combattere e dobbiamo avere armi con una portata effettiva fino a 120-140 chilometri”. Nell’intervista Zelensky è stato chiaro sul fatto che tali armi sarebbero state usate in Ucraina, e non sul suolo russo. “So che alcune persone negli Stati Uniti stanno dicendo, o persone alla Casa Bianca stanno dicendo che potremmo usarle per attaccare la Russia: guardate, non abbiamo intenzione di attaccare la Russia. Non siamo interessati alla Federazione Russa, non stiamo combattendo sul loro territorio“, ha detto Zelensky. “Abbiamo un conflitto sul nostro territorio. Sono venuti nel nostro paese. Vogliamo sbloccare le nostre città. A tal fine, abbiamo bisogno di munizioni che possano arrivare fino a 100 chilometri”, ha concluso il Presidente.

Gli Stati Uniti stanno inviando all’Ucraina il sistema missilistico noto come Himars (High Mobility Artillery Rocket Systems) in grado di lanciare missili con una gittata di circa 80 chilometri. Lo hanno confermato fonti della Difesa americana dopo che Joe Biden ha annunciato l’invio a Kiev dei missili più avanzati, riporta la Cnn. Si tratta quindi di missili con una gittata inferiore a quella massima del sistema, che è di circa 300 chilometri. Ma la loro gittata è comunque molto superiore a quella delle armi finora inviate da Washington. I M777 Howitzers, inviati il mese scorso, hanno costituito un significativo aumento di potenza e gittata rispetto ai sistemi precedentemente inviati, ma non superano i 25 chilometri.


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