Ucraina, il racconto di UNHCR. Solidarietà (e crisi) senza precedenti

Circa 3,7 milioni di persone sono state costrette a fuggire dall’Ucraina. Altri 6,5 milioni sono state sfollate all’interno dei confini dell’Ucraina. Almeno 13 milioni sono bloccate nelle aree colpite o impossibilitate a partire. Questo a causa di rischi altissimi per la sicurezza, la distruzione di ponti e strade, per la mancanza di risorse o informazioni su dove trovare sicurezza e riparo.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati UNHCR Filippo Grandi fa il punto sulla crisi umanitaria in Ucraina.

Bisogna evacuare i civili. Mancano cibo, acqua e medicine

Case, scuole, ospedali, servizi essenziali e altre infrastrutture civili sono state distrutte, riducendo le persone a bere acqua piovana e neve, decimando le forniture di cibo e medicine – racconta Grandi -. È più che mai urgente che vengano aperti all’interno dell’Ucraina, passaggi sicuri e garanzie di sicurezza adeguate per l’evacuazione dei civili. Senza di essi la distribuzione di aiuti salvavita continua ad essere rischiosa ed estremamente difficile”.

L’UNHCR è in Ucraina da 30 anni. Qui continua a sostenere gli sforzi delle autorità ucraine fornendo alloggi di emergenza, assistenza in denaro, articoli di assistenza di base . Parliamo di coperte e kit igienici, letti pieghevoli e sacchi a pelo.

L’intervento si estende anche fuori dall’Ucraina. “Abbiamo rafforzato tutte le nostre squadre e aumentato la nostra risposta umanitaria per sostenere i Governi dei paesi che ricevono i rifugiati dall’Ucraina nel fornire assistenza umanitaria e di protezione cruciali e nel sostenere le autorità ad aumentare la loro capacità di accogliere i nuovi arrivati. L’accoglienza calorosa e ben organizzata dei rifugiati ucraini è stata eccezionale e merita riconoscimento e gratitudine”, spiega Grandi.

Una rete di protezione in più per i più fragili

Insieme ai numeri e agli interventi, fuori e dentro il Paese, l’Alto Commissario parla dei rischi legati all’esodo dall’Ucraina. Abbiamo segnalato la presenza di rischi per la protezione di alcune persone tra coloro che fuggono dall’Ucraina che ci preoccupano profondamente. È fondamentale che siano messe in atto misure per identificare, mitigare e rispondere rapidamente ai rischi di violenza di genere, sfruttamento, abuso e traffico di donne e ragazze”.

Attenzione anche a ragazzi e bambini. “Riconosciamo anche che i minori non accompagnati e separati ed i rifugiati LGBTIQ+, più anziani o che vivono con disabilità hanno esigenze specifiche e potrebbero essere vulnerabili a maggiori rischi per la protezione”.

E ancora: “Migliaia di cittadini di paesi terzi sono fuggiti dalla guerra insieme ai cittadini ucraini, compresi alcuni che hanno bisogno di protezione internazionale o sono a rischio di apolidia. Molti hanno trovato sicurezza o sono tornati nei loro paesi d’origine; tuttavia, ci arrivano segnalazioni continue di trattamenti iniqui o discriminatori. Anche un solo caso di razzismo o discriminazione che impedisca a chiunque di fuggire dalla violenza o di accedere all’asilo e alla sicurezza è un caso di troppo”. 

Questa solidarietà d’esempio per tutte le crisi di rifugiati

L’Alto commissario parla poi dei Paesi confinanti con l’Ucraina che hanno mantenuto le frontiere aperte e accolto i profughi ucraini, fornendo alloggi, trasporti, cibo, dotazioni finanziarie e materiali. “Questo livello di solidarietà – auspica Grandi – dovrebbe essere d’esempio per tutte le crisi di rifugiati. Anche qualora la crisi ucraina si intensificasse, non dobbiamo dimenticare gli altri milioni di bambini, donne e uomini costretti a fuggire a causa di conflitti, persecuzioni, violenze e abusi dei diritti umani”.

Ma è una crisi che sta mettendo a dura prova. “La capacità dei Paesi vicini di accogliere i rifugiati è già sotto pressione – dice allarmato Grandi -. Un conflitto prolungato caratterizzato dalla brutale mancanza di rispetto del diritto umanitario internazionale che abbiamo osservato nell’ultimo mese può uccidere, terrorizzare e costringere a fuggire altri milioni di persone“.

Quindi, infine, l’appello: “L’unico modo per risolvere questa crisi è porre fine alla guerra. Tuttavia, fino a quando continuerà a crescere il numero di coloro che fuggono, sia loro che le persone che li ospitano hanno bisogno di e meritano il nostro sostegno. Sarà necessario fare di più – per gli stati, per i rifugiati, per le comunità locali – ed esorto la comunità internazionale a garantire che ciò avvenga”.

(Foto UNHCR)

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