gender bonds

Una nuova frontiera per i mercati finanziari: i gender bonds

Il catalogo degli strumenti finanziari, finalizzati al sostegno di progetti ricadenti nell’area individuata dall’acronimo ESG Environmental, Social e Governance, si sta ulteriormente arricchendo, nonostante le attuali difficoltà registrate dai mercati, riflesso delle tensioni sui tassi di interesse e dell’emergenza energetico – alimentare legata al conflitto russo ucraino.

Nello scorso mese di aprile, infatti, il braccio finanziario della World Bank , l’International Financial Corporation – IFC unitamente alla Goldman Sachs, ha provveduto attraverso il Banco Pichincha al collocamento di un’obbligazione a 5 anni a tasso fisso per 100 milioni di dollari, caratterizzata dalla particolarità di essere finalizzata al sostegno di iniziative economiche, in cui la presenza femminile fosse prevalente se non esclusiva. Il Banco Pichincha è un’istituzione finanziaria dell’Ecuador, da tempo specializzata in finanziamenti alle piccole medie imprese gestite da donne, un aspetto significativo di sostegno al riequilibrio della condizione femminile nella società, nel contesto economico di quella nazione centroamericana.

In realtà, l’attenzione della World Bank a questo nuovo strumento finanziario, denominato  “gender bonds”, si era già manifestata lo scorso anno con un’altra emissione obbligazionaria, questa volta avvenuta in Giappone, sempre da parte dell’IFC e con il collocamento dei titoli esclusivamente in quella nazione, attraverso la banca giapponese Daiwa Securities. Anche in questo caso le iniziative finanziabili con i proventi dell’emissione obbligazionaria dovevano risultare legate a progetti presentati da persone di sesso femminile o da imprese, in cui il personale femminile era posizionato ai vertici societari. In precedenza, sempre lo scorso anno, vi era stata, inoltre, in Norvegia una duplice emissione obbligazionaria di gender bonds, rispettivamente di 2 miliardi di corone norvegesi a 2 anni e di  1,75 miliardi  a 5 anni, collocati attraverso la Skandinaviska Enskilda Banken, con un’adesione maggioritaria (71%), ma non esclusiva in questo caso, da parte degli investitori norvegesi .

Da sottolineare, infine, che anche per i gender bonds, così come per tutta l’area dei titoli del segmento ESG, risulta fondamentale dimostrare la validità sul piano sociale dei progetti presentati. Una validità, che deve essere comprovata non solo sul piano qualitativo, ma anche sottoposta al test di parametri quantitativi oggettivi, che ne rendono possibile la verifica, nel tempo, dei risultati progressivamente raggiunti.

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