Classe 1989, Gwen è un’atleta americana, detentrice del record mondiale di lancio del martello indoor e presente sia alle Olimpiadi di Rio 2016 che alle prossime Olimpiadi di Tokyo. Proprio durante le qualificazioni olimpiche degli Stati Uniti, Gwen compie un gesto simbolico che scatena un enorme putiferio. Infatti durante le qualificazioni olimpiche negli Stati Uniti, la martellista volta le spalle alla bandiera americana. Sul podio, mentre veniva suonato l’inno nazionale. Poi mostra con orgoglio una maglietta nera con la scritta “atleta attivista”.
L’atleta:“La mia missione è più importante dello sport”
Berry, qualificata per i Giochi di Tokyo, aveva già protestato durante l’inno nei giochi panamericani del 2019, girandosi verso gli spalti e allontanandosi dalla bandiera. Alle critiche rivoltele per l’azione compiuta, giudicata da molti eccessiva e fuori luogo, l’atleta ribatte: “Non ho mai detto di odiare il mio Paese. Il mio scopo e la mia missione sono più grandi dello sport. Sono qui per rappresentare coloro che sono morti a causa del razzismo sistemico. Questa è la parte importante. Ecco perché sono qui oggi”
Nei giorni successivi, Berry ha continuato a commentare l’accaduto su Twitter, evidenziando come le polemiche sollevate dal suo gesto abbiano confermato solo come “le persone in America costruiscano il proprio patriottismo sulla base della morale della massa” e che “anche dopo l’omicidio di George Floyd e tanti altri, gli spot, le dichiarazioni e i sentimenti ipocriti riguardanti le vite dei neri erano solo una beffa”.
Il commento della Casa Bianca
Sul caso interviene anche la Casa Bianca. Il presidente Joe Biden «ha grande rispetto per l’inno», precisa la portavoce Jen Psaki, sottolineando comunque come in alcuni «momenti come Paese non siamo stati all’altezza dei nostri ideali».