43 anni fa ,via Fani -l’agguato terroristico e il rapimento dell’On.Moro

16 marzo 1978 Via Fani, Roma.Sanguinoso attacco terroristico.Uccisi cinque uomini della scorta ,rapito l’Onorevole Aldo Moro.

Questa la notizia che dalle ore 9,00 circa, bloccò l’Italia .

Dolore, sgomento, incredulità, angoscia.Questi i sentimenti che pervasero il popolo italiano e che lo accompagnarono per i successivi 55 giorni fino al ritrovamento del cadavere del Presidente della Democrazia Cristiana, in via Caetani il nove maggio 1978.

I cinque uomini della  sua scorta : Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi , vengono feriti a morte.

Oggi a quarantatré anni di distanza è ancora vivo il ricordo di quel giorno e delle drammatiche conseguenze che ebbe per il Paese.

Molte le testimonianze per commemorare le vittime e il tragico evento. A Via Fani una cerimonia  alla quale prende parte anche la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati.

Penso a Oreste Leonardi e Domenico Ricci nella Fiat 130 con Aldo Moro. A Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino nell’Alfetta dietro. 43 anni fa partirono per morire, martiri in Via Fani. A difesa della Repubblica. Onorare le istituzioni nel loro nome oggi e sempre“, scrive su Twitter, il Segretario del PD Enrico Letta.

In via Fani il sequestro di Aldo Moro, l’uccisione di Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Il 16 marzo 1978 resta una delle pagine più cupe della nostra storia. Ricordarlo aiuta a rendere la democrazia più consapevole e più forte”, è invece il messaggio del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.

Le parole del Presidente Mattarella

Queste le parole del Capo dello Stato,,Sergio Mattarella.

”Una data, quella del 16 marzo 1978, incancellabile nella coscienza del popolo italiano.”

Lo sprezzo per la vita delle persone, nel folle delirio brigatista, lo sgomento per un attacco che puntava a destabilizzare la vita democratica italiana – afferma Mattarella – rimangono una ferita e un monito per la storia della nostra comunità. Sono vite strappate agli affetti familiari da una violenza sanguinaria, sono lacerazioni insanabili. Alle vittime va un pensiero commosso e ai familiari la solidarietà più intensa, che il trascorrere degli anni non ha mai indebolito”.

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