In questa nuova puntata di “Parliamone con…“, in onda su EXPLORER HD CHANNEL 176 di SKY, Antonello Romano intervista il Colonnello Lucio Arcidiacono, l’ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, Capo del Primo Reparto Investigativo del Raggruppamento Operazioni Speciali, che racconta come abbia dato la caccia e sia riuscito a smascherare e arrestare il boss di Cosa Nostra di Trapani, Matteo Messina Denaro.
I dubbi, i sospetti, le diverse e spesso contraddittorie teorie emerse, forse pretestuosamente, per sminuire l’importanza dell’ arresto del boss, sono legittime e non sono una novità, perché hanno accompagnato sempre ogni arresto eccellente.
Di certo ci sono stati nei 28 anni di latitanza di Messina Denaro momenti in cui gli investigatori sono stati vicinissimi al suo riconoscimento e all’arresto, ma non sono mai stati in grado di portare a compimento l’operazione, forse per l’interferenza di ostacoli imprevisti dell’ultim’ora, posti in essere da comportamenti devianti e depistanti, ma estranei agli investigatori.
Con altrettanta certezza, però, i Carabinieri e le forze dell’ordine non hanno mai smesso di crederci e di condurre le indagini e le ricerche con minuziosa cautela e perizia investigativa. Se il boss, con le armi che aveva disposizione al momento in cui è stato riconosciuto e arrestato, non ha reagito, tanto da confermare egli stesso all’ufficiale dei Carabinieri che gli ha chiesto le generalità, la vera identità che si celava sotto il falso nome con cui aveva vissuto la latitanza, lo si deve solo alla palese impossibilità da parte del boss e dei suoi fiancheggiatori di sfuggire al complesso ed efficace sistema di cinturazione armata messo in campo dal ROS nel territorio e nel luogo in cui il latitante si trovava nel momento in cui è stato deciso di procedere all’arresto.
Probabilmente, Matteo Messina Denaro non collaborerà con la Giustizia, perché non fa parte del modus comportamentale dei capi di Cosa Nostra svelare ciò che sanno, ma, certamente, molte potrebbero essere le verità che emergeranno dal processo a cui lo sottoporrà la magistratura siciliana.
Spesso l’arresto di personaggi eccellenti della malavita necessita di strumenti e tempi coerenti con l’attività investigativa svolta e con le esigenze di sicurezza delle operazioni, sia per gli operatori che devono compiere l’arresto che per il contesto ambientale del luogo in cui questo deve avvenire. Si tratta di operazioni che costituiscono l’esito di uno studio attento e capillare delle situazioni che deve portare ad un intervento armato che deve conseguire il risultato di evitare per quanto possibile uno scontro cruento e così è stato nel caso di Matteo Messina Denaro, come ci racconta l’ufficiale dei Carabinieri che ha dedicato alla propria carriera la lotta alla mafia, prima nel catanese e poi nel palermitano.
Lo abbiamo intervistato a volto scoperto, come è solito apparire il Colonnello del ROS Lucio Arcidiacono, e lo abbiamo incontrato pochi giorni dopo l’importante operazione che segna, comunque, un momento importante e decisivo della lotta alla criminalità organizzata.
Probabilmente è tuttavia da considerare ancora lontano il giorno in cui il fenomeno mafioso sarà, se mai lo sarà, definitivamente sconfitto.