In Italia non è un pranzo o una cena se manca il fatidico piatto di pasta. Che sia lunga o corta, al pomodoro o in bianco, ripiena o all’uovo. La pasta è il nostro piatto. Per questo non potevamo farci scappare il “World Pasta Day“.
Oggi 25 ottobre il mondo intero si appresta a festeggiare la regina della tavola proprio con il “World Pasta Day“. La giornata mondiale della pasta, giunta alla sua 23esima edizione, è stata ideata dalla Unione Italiana Food e dalla IPO (International Pasta Organisation).
Il 42,6% degli italiani sceglie la pasta ogni giorno, il 32,4 % ogni tanto, il 17,5% solo nel weekend mentre il rimanente 7,5% predilige le versioni alternative come pasta di riso, mais, legumi o grano meno raffinato. Per far capire al mondo quanto per noi sia importante, come non ricordare Leonardo Bonucci che poco prima di ritirare la coppa come Campioni d’Europa agli ultimi Europei ha urlato al mondo intero: “Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta” per dire che nessuno sarebbe stato come loro.
Cercando notizie sulla pasta nella storia del mondo, sono tante le informazioni che possiamo trovare. Dagli Etruschi che impastavano acqua e farina e la cuocevano nelle pietre riscaldate dal sole fino a quella impastata con i piedi a Napoli. Ed è proprio a Napoli che nel 1833 Re Ferdinando II di Borbone incaricò un ingegnere di trovare un metodo alternativo ai piedi per produrre la pasta. Così viene ideato il sistema dell’uomo di Bronzo, una macchina in grado di sostituire il movimento degli operai.
La pasta non fa male ma sicuramente ci sono tipi di pasta più benevoli e meno impattanti sull’organismo. La pasta di riso o mais, senza glutine, oppure quella integrale che ha un indice glicemico basso. Un altro mito da sfatare è quello che mangiare la pasta la sera possa far male. Gli ultimi studi hanno dimostrato che non è la pasta a far male al nostro sonno, ma il suo condimento. Quindi, se non si cena alle sette di sera, va scelto un condimento più leggero.
Questo periodo di pandemia ha permesso a molti di imparare e dedicarsi all’arte della pasta fatta in casa. Un metodo conosciuto soprattutto per i ricordi delle mamma e delle nonne che preparavano per la domenica e i giorni di festa quintalate di pasta che poi sarebbe stata consumata durante la settimana, sempre che non si decida di fare tutti quanti il bis. Si è passati da quasi due italiani su 10 che facevano la pasta in casa a quasi 5 su 10. Quasi il 50% è tornato con il mattarello in mano o la macchina stendi pasta.
Se si va a vedere nel mondo quale è la pasta più consumata vincono in assoluto gli spaghetti. Protagonisti di centinaia di ricette in tutto il mondo è il simbolo della pasta per eccellenza. Sono gli spaghetti che “Lilli e il Vagabondo” mangiano per poi scambiarsi un tenero bacio. Sono gli spaghetti che Alberto Sordi divora in “Un americano a Roma” con la celebre frase: “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno…!“.
Ovviamente noi italiani, come detto fino ad ora, siamo i massimi consumatori al mondo di pasta. In media ogni italiano consuma circa 23 kg di pasta all’anno, ovvero un piatto ogni quattro di quelli consumati nel mondo. Per capirci meglio se preparassimo dei tavoli da 4 persone al ristorante, in ogni tavolo ci sarebbe come commensale un italiano. I paesi che ci seguono per consumo medio personale sono: la Tunisia con 17Kg, il Venezuela con 15Kg e la Grecia con 12.2 Kg.
È importantissimo ricordare che insieme al World Pasta Day nasce l’operazione benefica #HaveAGoodPasta, dove ogni utente postando sui social la foto di un piatto di pasta e mettendo l’hashtag in questione regala un piatto di pasta ai meno fortunati. Sul sito “Aldente” ci sarà un contatore che si fermerà a 300.000 piatti condivisi e che i pastai italiani poi doneranno alle Caritas di quattro grandi città: Roma, Milano, Napoli Palermo.
Quindi, per oggi e per sempre, buona pasta a tutti.