La Giornata mondiale contro il lavoro minorile, istituita nel 2002 dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), è un’occasione per richiamare l’attenzione e far sentire la propria voce contro lo sfruttamento sul lavoro di milioni di bambini. Il lavoro minorile nega alle bambine e ai bambini ,alle ragazze e ai ragazzi i principali diritti: sicurezza, istruzione, formazione, gioco.
Ci sono esempi di sfruttamento, purtroppo, in tutto il mondo. L’ILO ha rilevato, ad esempio, che in Madagascar ci sono bambini coinvolti nella fabbricazione di mattoni e in altre mansioni pericolose: devono essere protetti. Ma non solo in Madagascar. Ci sono bambini impiegati nelle miniere in Cambogia, nelle piantagioni di tè nello Zimbabwe o che fabbricano bracciali di vetro in India. Per non parlare degli 8mila bambini che vivono come mendicanti nella sola città di Dakar, in Senegal
OIL e UNICEF, bambini costretti a lavoro minorile in aumento: sono 160 milioni nel mondo
Secondo un rapporto dello scorso anno, dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), il numero di bambini costretti nel lavoro minorile nel mondo è salito a 160 milioni. Si tratta di un incremento di 8,4 milioni di bambini negli ultimi 4 anni. A questi si aggiungono altri milioni a rischio a causa degli impatti del COVID-19.
Il rapporto sottolinea una significativa crescita del numero di bambini tra i 5 e gli 11 anni coinvolti nel lavoro minorile. Questi ultimi rappresentano poco più della metà del numero globale totale. Il numero di bambini tra i 5 e i 17 anni coinvolti in lavori pericolosi ovvero lavori che potrebbero minacciare la loro salute, sicurezza o integrità, è di 79 milioni, con un aumento di 6,5 milioni dal 2016.
L’altra faccia di questa tragica realtà è lo sfruttamento sessuale di minori: coinvolge un milione di bambini ogni anno.
La situazione in Italia: alto rischio sfruttamento post Covid
Secondo l’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro intitolato Il lavoro minorile in Italia: caratteristiche e impatto sui percorsi formativi e occupazionali siamo di fronte a un fenomeno poco conosciuto e complesso. Lo scenario che emerge a livello nazionale descrive un Paese dove il rischio dell’aumento del lavoro minorile nel post pandemia è alto.
Tra gli attuali occupati in Italia, con età compresa tra 16 e 64 anni, circa 2,4 milioni hanno svolto un’attività lavorativa prima del sedicesimo compleanno. Tra il 2018 e 2019 in Italia sono stati accertati dall’Ispettorato del lavoro più di 500 casi di illeciti riguardanti l’occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri, di cui la maggioranza nei servizi della ristorazione, nel commercio all’ingrosso o al dettaglio, e a in attività manifatturiere e agricoltura.
Mattarella:”si tratta di una piaga odiosa”
Il Presidente della Repubblica ,Sergio Mattarella, lancia un messaggio di grande impatto in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento minorile, dopo la pubblicazione del report da parte dell’Unicef:
“Sconcertante pensare che le bambine e i bambini coinvolti nel lavoro minorile siano nel mondo più di 160 milioni e che la pandemia abbia esposto quasi 9 milioni di bambini in più al rischio“
“Per la prima voltain 20 anni si registra un aumento del fenomeno. Ancora una volta, cioè, sono le condizioni di maggior fragilità a subire le conseguenze delle avversità che si manifestano“, afferma Mattarella.
Per il Presidente della Repubblica: “Si tratta di una piaga odiosa che va contrastata garantendo una protezione sociale che assicuri a ciascun bambino le stesse opportunità.Questa situazione così drammatica non risparmia l’Italia dove alti tassi di dispersione scolastica presenti in alcune aree ostacolano per i giovani la ricerca di un lavoro adeguato, aumentando il rischio di disagio sociale ed economico nonché di devianza minorile“, aggiunge.
“Dobbiamo fare di più, come comunità, come singoli, come istituzioni, per restituire il sorriso a tutti quei bambini e quelle bambine obbligati a rinunciare troppo presto alla loro infanzia“.