21 gennaio: 14.078 nuovi contagi e 521 morti

I nuovi casi di Coronavirus, in Italia di oggi 21 gennaio, sono 14.078 che portano il totale dall’inizio dell’epidemia a 2.422.728. Le vittime sono 521 e portano il numero complessivo a 84.202.

I test per il Covid, sia molecolari che antigenici, effettuati in Italia nelle ultime 24 ore, sono 267.567. Il tasso di positività è al 5,2%, in aumento rispetto al 4,9%.

In base al bollettino del Ministero della Salute del 21 gennaio ci sono in Italia 516.568 positivi mentre i guariti e i dimessi dall’inizio della pandemia sono 1.827.451, con un incremento di 20.519 unità.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 2.418. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del Ministero della Salute, sono 155. Nei reparti ordinari sono invece ricoverati 22.045 pazienti.

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha sollecitato gli Stati membri a preparare misure più rigorose e ad accelerare con le vaccinazioni per i rischi legati alle varianti più infettive del coronavirus. L’agenzia ha affermato: “Il messaggio chiave è prepararsi ad un rapido aumento del rigore nelle misure di risposta nelle prossime settimane per salvaguardare la capacità sanitaria e per accelerare le campagne di vaccinazione“.

Arcuri: siamo passati da 80mila persone vaccinate al giorno a 28mila

Il Commissario per l’Emergenza Covid, Domenico Arcuri, ha dichiarato: “Abbiamo ricevuto il 29% in meno di dosi dalla Pfizer questa settimana. Ci è stato comunicato che riceveremo il 20% in meno la prossima settimana. Il ritardo prosegue”.

Arcuri prosegue: “A causa dei ritardi nella consegna dei vaccini da parte di Pfizer, l’Italia è passata da una media di 80mila persone vaccinate al giorno, ad una media di 28mila al giorno. I ritardi hanno rallentato significativamente la campagna vaccinale. Questa è la conseguenza della necessità di tenere nei magazzini le dosi che servono per i richiami.

Il Commissario ha aggiunto: “La nostra campagna rallenta per mancanza della materia prima. Se ci sono meno vaccini nel momento in cui inizia la necessità di somministrare la seconda dose, gran parte di essa serve per la seconda dose. Ne restano di meno per vaccinare categorie di persone destinate alla prima sessione di somministrazione. Aspettiamo con ansia le determinazioni che l’Ema porrà in essere sull’immissione in commercio di AstraZeneca”.

 

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