Le vedove del Covid “Unite dall’amore”

La forza delle donne non ha confini. Le vedove Covid sono state capaci di dare voce e visibilità al  grande dolore di aver perso il proprio compagno a causa  del Coronavirus. Cosa ancor più straordinaria, di averlo voluto condividere ,traendo dalla compartecipazione il coraggio di affrontare la drammatica situazione che stanno vivendo.Sono una trentina , ma il numero aumenta di giorno in giorno.Il primo nome  era ‘Unite dal dolore’, poi è diventato ‘Unite dall’amore’ .“Perché abbiamo deciso che volevamo superare il vuoto riempiendolo con la nostra forza condivisa”. Così ha raccontato all’Agi la portavoce ,Laura Mambriani. “La più giovane ha  31 anni,la più anziana 75.Provenienza geografica da nord a sud’.

Il luogo di ritrovo è una chat di messenger in cui, ha detto la coordinatrice, succede di tutto, “di notte in particolare, quando tante non dormono”.

Le vedove trovano aiuto nella condivisione del dolore con le altre donne

Una forma di elaborazione del lutto che al riparo delle mura digitali erette dentro il mare di Facebook,  può dispiegarsi con la certezza di essere comprese. Prima c’è la rabbia, assieme al ricordo: “All’inizio ci si sfoga, qui non veniamo giudicate come quando parliamo con gli amici o i familiari, non esistono frasi di circostanza. Possiamo confidarci in serenità, dei nostri mariti ci siamo rivelate tutto, anche quello che, per non farli soffrire, non diciamo ai figli”.

Poi gli sfoghi sono diventati amicizia

E’ come se ci conoscessimo da anni. Ci scambiamo consigli su come comportarci con figli o nipoti, facciamo lunghe videochiamate.  Ci supportiamo nei diversi stadi di dolore: chi è più indietro viene aiutata con una battuta, una riflessione, un incitamento”. Sono comparse per la prima volta a Capodanno sulla pagina di ‘Noi Denunceremo’.  L’immenso coro dolente quotidiano dei familiari delle vittime,  postando le loro foto mentre liberavano in cielo dei palloncini bianchi coi nomi dei mariti. “Da allora continuano ad arrivarmi richieste di chi vuole entrare nel gruppo, io sono contenta di dire sì a tutte. Non abbiamo potuto assistere i nostri mariti, dargli una sepoltura. Questo è il nostro modo di dargli voce e di riprenderci la nostra”.

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it