Legge 194, sono passati 43 anni. Ciò che non verrà mai accettato

Aborto. E’ uno degli argomenti tuttora maggiormente trattati, come se quel lontano 22 maggio 1978, non fosse servito a niente. Una legge che trascina con sé molto di più di una semplice regolamentazione: di fronte alla 194, una donna vive la paura, il senso di colpa, la depressione, il dolore – psicologico quanto quello fisico – la vergogna e l’impossibilità di dimenticare.

Chi siamo noi per poter dire a una donna che quel figlio deve nascere a tutti i costi, anche se frutto di una violenza? Chi siamo noi per dire a una donna, al contrario, di lasciarlo andare quel figlio…di perderlo? Siamo nessuno in entrambi i casi, ma esiste una parola che va oltre tutto questo: libertà. 

Prima che entrasse in vigore la legge

Se nessuna legge regolamenta un “qualcosa”, lo stesso viene fatto di nascosto. Ed è così che molte donne prima della nota legge, interrompevano il loro essere madre facendosi aiutare da amiche, andando in cliniche private, pagando diversi soldi affinché l’aborto potesse essere fatto nel silenzio di tutti, ma con il rischio di non farcela. Con il rischio anche di morire.

Si chiamavano mammane le donne che un tempo eseguivano queste pratiche; spesso, quando le pazienti non potevano pagare, utilizzavano degli infusi al prezzemolo o ferro da calza che causavano delle emorragie. Pratiche, che nella maggior parte dei casi, venivano effettuate in luoghi non sterilizzati aumentando il rischio di infezioni.

I primi passi, per evitare tutto ciò, si sono mossi nel 1975 per opera dei Radicali e in particolare di Emma Bonino, ma nello stesso anno, anche Marco Pannella e Livia Zanetti, chiesero un referendum abrogativo delle leggi sull’aborto. Furono raccolte 700mila firme.

La legge 1978

Gli anni ’70 per l’Italia non furono dei migliori e così l’aborto divenne un argomento che poteva essere rimandato. Si arrivò così al 18 maggio 1978 quando il Senato licenziò il progetto di legge, che divenne poi effettivo nel 22 maggio 1978. Data che diede vita a una discussione che tuttora non cessa di esistere.

Contro tale legge ci furono i cattolici e i conservatori, tanto da portare il 2 febbraio 1980 a un referendum abrogativo della stessa legge. Il 17 maggio 1981 ci fu nuovamente la chiamata alle urne con la vittoria dei Radicali.

La proposta dei cattolici, in primis con il Papa, venne bocciata e le donne potevano dichiararsi ufficialmente libere.

Oggi, la legge 194 del 22 maggio 1978, compie 43 anni. 

 

 

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