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Energia ed Economia: un occhio attento alla spesa

In questi ultimi anni abbiamo assistito inermi agli aumenti causati dalla pandemia. Aumenti nel campo dell’energia (partendo della ultime stangate), delle materie prime e quelle che fino a poco tempo fa erano per noi sconosciute come ad esempio Uan28, Uan32 e urea, fertilizzanti anidri che servono ad esempio per la coltivazione del riso che sono aumentati rispettivamente del 177%, 166% e 143%.

Un aumento dato o dovuto alla pandemia ancora in corso ma che a causa ora degli aumenti energetici, della crisi tra Russia e Ucraina, stanno portando ancora oggi i prodotti alle stelle.

Per poter avere in casa i prodotti di quotidiano utilizzo come pasta, carne, verdura, dentifricio, shampoo, computer e chi più ne ha più ne metta, dobbiamo ringraziare ccoloro che “consegnano” tutte queste cose, ovvero i trasporti.

Ma anche loro sono penalizzati da questo lungo periodo di crisi. Soprattutto con gli aumenti  vertigionosi e giornalieri  del carburante. Si è calcolato che da ottobre a gennaio gli aumenti  siano arrivati anche a +50% con picchi di 66% in alcune regioni d’Italia. La stima porta a considerare gli aumenti pari al 16% a settimana. E ancora saliranno.

Se per movimentare i camion si spende di più per il carburante, l’azienda dovrà aumentare il costo del trasporto. Quindi se aumenta il trasporto delle materie interessate, a loro volta bisognerà aumentarne i prezzi. Come dice il detto: è un cane che si morde la coda. E se guardiamo al futuro non abbiamo nessuna certezza che le cose migliorino. Anzi se mai dovesse davvero esserci un attacco della Russia all’Ucraina prepariamoci al peggio. Perchè una guerra non è solo bombe e distruzione. Una guerra è anche economia.

Moltissimi italiani, soprattutto negli ultimi due anni, sono passati da andare a fare la spesa dai “grandi” nomi  ai discount. A loro volta anche i Discount  hanno sentito il peso della crisi energetica, pandemica ed economica l. Abbiamo analizzato i marchi più conosciuti come LiDL, EuroSpin, Dpiù e MD.

Ciascuno di questi quattro marchi più o meno vendevano i prodotti di prima necessità a prezzi simili. Si partiva da mezzochilo di pasta che andava dai 36 ai 39 centesimi, per passare ai pelati che oscilalvano dai 29 ai 33 centesimi a barattolo per arrivare al pane che poteva passare dai 50 ai 69 centesimi a filone.

Tra settembre e fine novembre i prodotti sopra elencati avevano già subito un aumento: la pasta era passata dai 39 centesimi ogni mezzochilo ai 49; i pelati dai loro 33 centesimi erano saliti a 45; mentre il filoncino di pane (parliamo ovviamente della baquette gia precotta e riscaldata) dai 69 centesimi a i suoi 79.

Poi sono arrivate le notizie dei futuri aumenti di gas e luce che hanno allarmato tutti e cosi da dicembre ad oggi si è arrivati ad avere mezzochilo di pasta che costa 62 centesimi, un barattolo di pelati che ne costa 51 e la baguette che ne costa 82. È vero parliamo di centesimi e non di milioni. Ma in realtà i milioni ci sono. Milioni sono coloro che giornalmente acquistano e spendono in questi discount.

Calcolatrice alla mano,  se giornalemente queste catene di discount vendono un quantitativo di pasta,  fatto ad esempio da 500 mila pacchi,  i conti sono semplici: ad agosto si parlava di un incasso di 195 mila euro quando la pasta costava 39 centesimi per arrivare a gennaio 2022 con un incasso di 310 mila euro. Un aumento in 5 mesi scarsi di 115 mila euro. E se questo aumento lo andiamo a sommare a tutti i prodotti in vendita, possiamo ben immaginare i numeri che ne potrebbero uscire fuori.

Ora chi sta leggendo può dire: “si bene e come possiamo evitare questi aumenti?“. Qui entra il ruolo importante dello Stato. Chi governa deve capire e analizzare che in questi decenni sembrerebbe aver sbagliato buona parte del proprio lavoro che, già 20 anni fà, doveva includere l’utilizzo di energia sostenibile. I pannelli solari, le pale eoliche, l’energia data dalla forza del mare e dei fiumi.

In questi anni, per quanto riguarda l’Italia, abbiamo dovuto registrare e subire gli effetti  dell’assurda decisione di bloccare  l’estrazione del gas nei nostri mari e fare accordi per acquistarlo. Sicuramente il furbo di turno avrà pensato: “ma perchè stare a legiferare, preoccuparsi di posti di lavoro, rischiare di avere morti sulla coscienza, quando c’è qualcuno che lo può fare per noi?“…della serie massima resa, poca spesa.

Ecco a loro dobbiamo dire grazie. Grazie che oggi siamo arrivati a questo punto. Ma  il lavoro del politico non è anche quello di pensare al futuro del proprio Paese? Fare stime, previsioni, calcoli,  ipotesi e proiettarle nel futuro?

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