Secondo un recente studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease dagli esperti dell’Amen Clinics e del Myrna Brind Center for Integrative Medicine, l’obesità aumenta le probabilità di contrarre l’Alzheimer.
Obesità e malattie neurologiche
Da quanto spiegato dal fondatore della Amen Clinics, Daniel G. Amen, che si occupa del trattamento delle patologie mentali: “Quando il peso corporeo di una persona aumenta la sua attività cerebrale nelle regioni del cervello diminuisce, così come il flusso sanguigno che raggiunge l’organo cerebrale”.
“La prevenzione – conclude Amen – è fondamentale in questi casi. Il nostro lavoro apre prospettive allarmanti, ma abbiamo imparato che l’ambiente può influire sulla salute del cervello e che è possibile adottare abitudini salutari. Come un’alimentazione sana ed equilibrata e un programma di esercizio fisico regolare”.
Per arrivare a questa scoperta, il team di esperti ha preso in esame più di 17mila pazienti. Analizzando il possibile collegamento tra l’obesità e le problematiche patologiche.
Andrew Newberg, neuroscienziato del Myrna Brind, dichiara: “Un BMI eccessivamente alto è anche associato a depressione, disturbo da deficit di attenzione-iperattività. O ADHD, disturbo bipolare, schizofrenia, dipendenze, tendenze al suicidio e altre condizioni. Questo studio dimostra che il sovrappeso o l’obesità influiscono gravemente sull’attività cerebrale e aumentano il rischio di malattia di Alzheimer. Nonché molte altre condizioni psichiatriche e cognitive”.
Da quanto riportano le ultime statistiche, il 72% degli americani è in sovrappeso e, di questi, il 42% si trova in una condizione di obesità.
“Questo lavoro – afferma George Perry, caporedattore del Journal of Alzheimer’s Disease and Semmes Foundation – ribalta la prospettiva dell’Alzheimer come una patologia legata all’avanzare dell’età e pone al centro dell’attenzione anche lo stile di vita. Si tratta di una svolta rivoluzionaria”.
