Banche

Banche centrali e liquidità dei mercati: in arrivo un nuovo scenario

Mentre le campagne vaccinali di contrasto alla Pandemia da Covid ’19 stanno proseguendo, sia pure con differente velocità, nei diversi Paesi, accompagnando il raggiungimento dell’obiettivo dell’inizio di una reale ripresa economica, l’attenzione degli analisti si sta concentrando sul quando si configurerà un nuovo scenario, caratterizzato da una politica di graduale uscita dagli ultra stimoli monetari messi in campo dalla Federal Reserve, dalla Banca Centrale Europea – BCE e dalle Banche Centrali dei singoli Stati.

E’, infatti, scontato che le politiche monetarie non potranno proseguire nei prossimi mesi con le dosi finora registrate di iniezione di liquidità e che, quindi, si  assisterà all’ attuazione da parte delle autorità monetarie di quello che  si definisce il  “tapering”, ossia la graduale riduzione delle misure adottate per sostenere il rilancio economico.

Investimenti delle Banche

Si avrà, così, il progressivo abbandono di una politica monetaria, orientata all’acquisto dei titoli pubblici. Che, stando ad un’analisi dell’Ufficio Studi della Bank of America, si stima abbia portato Federal Reserve, BCE, Bank of England e Bank of Japan  ad effettuare  nel 2020 investimenti per complessivi 9mila miliardi di dollari.

Una cifra ingente, destinata, secondo queste stime, ad essere decisamente ridimensionata già quest’anno (3400 miliardi), per ridursi ancor più drasticamente nel 2022  (400 miliardi).

In questo senso si stanno già registrando alcuni primi significativi segnali. Da qualche settimana la Bank of Canada ha ridotto del 25% gli acquisti settimanali di titoli pubblici. Dal canto suo la Bank of England, la scorsa settimana, ha annunciato la riduzione degli acquisti settimanali di titoli pubblici da 4,4  a 3,4 miliardi di sterline, anche se, al momento, non ha annunciato la revisione dell’ammontare complessivo previsto dal piano di acquisti.

Dall’altro lato la Federal Reserve e la BCE, sia pure con toni e convincimenti parzialmente differenziati, hanno riaffermato di voler ancora proseguire nella loro politica di sostegno al rilancio dell’economia. Ma, certamente, in prospettiva, non si potranno trascurare  gli effetti  derivanti dall’attuazione, sia del Piano Biden, sia dei singoli Piani Nazionali di Resilienza e Rilancio.

Politica monetaria

Nell’ottica di un’ imminente riformulazione della politica monetaria c’è, comunque, un dato che può essere considerato importante ai fini di valutare con maggiore precisione il momento iniziale di una politica di tapering: la percentuale di titoli pubblici presenti nei loro bilanci delle Banche Centrali.

Secondo l’analisi di DWS Group, uno dei principali asset manager mondiali, questa percentuale appare particolarmente elevata per Bank of England (45%), Bank of Japan(44%), Bank of Canada(40%). Risulta, invece, attestarsi su livelli decisamente più contenuti per la Federal Reserve (23%) e per la BCE (21%).

Cosa significano, in definitiva, questi dati? Sicuramente, si può dire che costituiscono un indicatore oggettivo e sintomatico dei margini temporali di discrezionalità, di cui  beneficiano le Banche Centrali prima di attuare  politiche monetarie meno accondiscendenti.

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