Bob Marley: 40º anniversario della morte del re del reggae

Ricorre oggi il 40º anniversario della morte di Bob Marley. Il cantante perse la sua battaglia contro il cancro a soli 36 anni, l’11 maggio 1981. Nonostante i quattro decenni passati, l’icona di Marley, grazie alla sua musica, trasmette messaggi di amore e uguaglianza alle nuove generazioni.

Robert Nesta Marley, in arte Bob, non è passato alla storia solamente come il re della musica reggae. Durante la sua vita è stato anche un attivista e leader politico e religioso che ha contribuito a diffondere la musica e la cultura giamaicana in tutto il mondo.

Le origini di una leggenda

Robert Nesta Marley nacque nel villaggio di Rhoden Hall situato ai piedi della collina di Nine Miles, nella regione di St. Ann’s Bay, nella Giamaica settentrionale. La sua data di nascita è incerta, si presume il futuro re del reggae sia nato il 6 febbraio 1945.

Suo padre, Norval Sinclair Marley, era un giamaicano caucasico di discendenza inglese, infatti i suoi nonni paterni erano originari del Sussex. Norval era un capitano della marina, quando sposò Cedella Booker, all’epoca diciottenne, originaria della giamaicana. La loro relazione provocò subito uno scandalo. La famiglia del padre, una volta scoperta l’unione tra Norval e Cedella, diseredò il figlio. In un primo momento l’uomo provvedeva al sostentamento economico della moglie e del bambino, che stava per arrivare, sebbene li vedesse raramente. Poi però prese la decisione di abbandonare la moglie, partendo definitivamente per Kingston nel 1944, mentre lei era incinta.

I due si sarebbero rivisti solo una volta, in occasione della nascita di Bob. Quando lui aveva solo 10 anni, Norval venne a mancare a causa di un infarto.

Gli esordi di Bob Marley

A 15 anni il giovane Bob lasciò la scuola e iniziò a lavorare come saldatore. In quel periodo strinse una grande amicizia con Neville O’Riley Livingston, meglio conosciuto con il soprannome di Bunny.

Bunny  gli trasmise la passione per la musica e il canto grazie ai canti religiosi. In più introdusse Bob nel mondo degli strumenti a corda e gli fece ascoltare i successi del momento attraverso un canale radio di New Orleans. Grazie a quest’ultima i due amici riuscirono ad ascoltare gli Impressions, Ray Charles e anche Elvis Presley. Con questo mix Bob stava creando la sua cultura musicale.

Nel 1964 Bob Marley assieme a Bunny Livingston e ad altri amici, fondarono un gruppo ska e rocksteady chiamato The Wailing Rudeboys.

Una vita da solista

Nel 1975 Bob Marley irruppe sul mercato internazionale con il suo primo singolo, che tutt’oggi è tra le canzoni più ascoltate al mondo: No Woman, No Cry, dall’album Natty Dread. Questo fu seguito dal successo del 1976, Rastaman Vibration, che rimase per ben quattro settimane nella top 100 della Billboard Hot 100 negli Stati Uniti. Nel corso della sua carriera, il cantautore e chitarrista ha inciso 17 album

Nelle sue canzoni mise sempre al centro i temi dell’oppressione razzista. Per raggiungere questo obiettivo e la libertà, secondo Marley, era necessaria l’unificazione dei popoli di colore.

Il ricordo dell’Ajax

Il cantate verrà celebrato, durante la prossima stagione calcistica 2021-2022, dalla squadra olandese Amsterdamsche Football Club Ajax, meglio conosciuta semplicemente come Ajax. Una delle maglie ufficiali verrà dedicata al re del reggae con i suoi colori: rosso, giallo e verde su sfondo nero.

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