Secondo i dati del Ministero della Salute del 17 aprile sono 15.370 i nuovi positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Ieri erano stati 15.943. Sono invece 310 i decessi in un giorno mentre ieri erano stati 429. Sono stati effettuati 331.734 tamponi molecolari e antigenici nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri i test erano stati 327.704. Il tasso di positività oggi 17 aprile è del 4,6%, ieri era stato del 4,8%, quindi in calo dello 0,2%.
I pazienti ricoverati nelle rianimazioni per Covid sono 3.340, in calo di 26 unità rispetto a ieri nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri, sono stati 163. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate al 17 aprile 24.100 persone, in calo di 643 rispetto a ieri.
In totale i casi da inizio epidemia in Italia sono 3.857.443 e le vittime 116.676. Gli attualmente positivi sono 505.308, mentre i guariti e dimessi nel totale sono 3.235.459 (+16.484). In isolamento domiciliare ci sono 477.868 persone.
Allarme dei medici per le riaperture annunciate dal Governo, con il ripristino della zona gialla in versione rafforzata dal 26 aprile. “Esprimiamo una forte preoccupazione”, dice Filippo Anelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri. “Il Paese è in una situazione davvero difficile – rileva Anelli – i cittadini sono stanchi, l’impressione che abbiamo è che il Paese non regga più ed è quindi comprensibile che il governo provi a dare una risposta.”
Aggiunge poi Agnelli: ” I medici però sono preoccupati perché la variante inglese che è quella predominante in Italia ha un livello di diffusione molto alto anche rispetto al Covid classico e i livelli di occupazione delle rianimazioni sono ancora abbastanza alti. Se da una parte è comprensibile che il Governo faccia qualcosa per dare delle risposte, bisogna anche esprimere il timore che questa situazione possa in qualche maniera sfuggirci di mano”.
Il Presidente della Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri prosegue: “La speranza vera è che da una parte l’incremento del numero delle vaccinazioni e dall’altro il poter stare all’aperto possano rappresentare un fattore a favore della riapertura. Invece per quanto riguarda le attività in luoghi al chiuso come i cinema dovremmo mettere a punto strumenti di purificazione e di ricambio dell’aria che riescono a trattenere le microparticelle biologiche, questo è possibile farlo, non c’è bisogno di una grande tecnologia ma oggi più che mai tutti abbiamo compreso che le concentrazioni in un ambiente chiuso di elevati livelli di virus possono essere lo strumento potente di trasmissione e contagio e forse bisognerebbe investire di più per ottenere luoghi purificati”.