Bollettino del 25 febbraio. Iss: “Variante inglese più trasmissibile”

Secondo i dati del Ministero della Salute di oggi 25 febbraio, sono 19.886 i test positivi al Coronavirus registrati in Italia. Ieri i nuovi casi erano stati 16.424. Le vittime sono invece 308, mentre ieri erano state 318. Portano il totale delle vittime dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 a 96.974. I test per il Coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono 353.704. Il tasso di positività sale quindi al 5,6% (+0.8% rispetto a ieri).

Aggiornamento dell’Iss al 25 febbraio

L’Istituto superiore di sanità (ISS) in un aggiornamento scrive: “In Italia si è stimato che la cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 ha una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti. Con una grande incertezza statistica tra il 18% fino ad arrivare a punte del 60%“.

Si legge inoltre: “La stima, è stata ottenuta da uno studio di Iss, ministero della Salute, Fondazione Bruno Kessler, Regioni/Province autonome. Questi valori sono in linea con quelli riportati in altri Paesi, anche se leggermente più bassi. La stima induce a considerare l’opportunità di più stringenti misure di controllo che possono andare dal contenimento di focolai nascenti alla mitigazione”.

Nella Faq viene descritto anche il metodo usato per calcolare la trasmissibilità. “La stima della trasmissibilità relativa del mutante Gb è stata effettuata tramite un modello matematico basato sui dati di due ‘flash survey’. Condotte nelle scorse settimane sulla prevalenza della variante inglese insieme a quelli dei ricoveri di 10 regioni. Le stime sono state fatte utilizzando diversi metodi matematici che hanno dato risultati consistenti tra loro”.

Mutazioni tipiche delle varianti brasiliana e inglese del virus Sars-CoV2 sono state trovate nelle acque reflue raccolte a Perugia dal 5 all’8 febbraio. Inoltre mutazioni tipiche della variante spagnola in campioni raccolti da impianti di depurazione a Guardiagrele, in Abruzzo dal 21 al 26 gennaio 2021.

Le varianti sono state individuate da uno studio condotto dall’Itituto superiore di Sanità (Iss), in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico della Puglia e della Basilicata.

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