Bollettino del 26 febbraio: 20.499 casi, salgono i ricoveri e 253 morti

Secondo i dati del Ministero della Salute di oggi 26 febbraio, sono 20.499 i nuovi positivi al Coronavirus registrati in Italia. Ieri erano stati 19.886. Le vittime sono invece 253, in calo rispetto alle 308 di ieri. I test tra molecolari e antigenici effettuati nelle ultime 24 ore sono 325.404. Il tasso di positività sale al 6,3% (+0,7%).

Sono 2.194 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia, con un aumento di 26 unità rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 188. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 18.292 persone, 35 in più di ieri.

Somministrazione vaccini al 26 febbraio

Le dosi di vaccino anti covid somministrate sono arrivate a quota 4 milioni (3.998.727).  1.370.373 persone vaccinate con doppia dose. Attualmente sono 5.830.660 le dosi distribuite alle regioni, che ne hanno utilizzato già il 68.6%: 4.537.260 sono di Pfizer/BioNTech, 244.600 di Moderna, 1.048.800 di AstraZeneca.

Per quanto riguarda le categorie, 2.292.040 di dosi sono andate agli operatori sanitari e sociosanitari, 690.708 al personale non sanitario, 389.127 agli ospiti delle Rsa, 489.475 agli over 80, 50.993 alle Forze Armate, 86.384 al personale scolastico.

Rezza alla cabina di regia

Il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha dichiarato: “Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici”.

Il Direttore generale ha aggiunto: “C’è un abbassamento dell’età media tra i contagi potrebbe essere un fatto legato alla diffusione delle varianti nelle scuole“. 

Rezza è intervenuto anche sulla questione del numero delle dosi di vaccino da somministrare per procedere nella campagna vaccinale, dicendo: “Ci sono studi con dati diversi sull’uso di una o due dosi. La strategia ottimale è utilizzare il vaccino secondo i dati che vengono dai trial clinici e cioè con la doppia dose. Il razionale di vaccinare con una sola dose è poter coprire in breve una maggiore quantità di popolazione. Direi che finchè c’è la possibilità di avere una doppia dose è la cosa migliore. Ma tenere conto in modo pragmatico di diverse opzioni è del tutto legittimo”.

Ha poi aggiunto: “In Italia ci sono zone e regioni con incidenza molto elevata, come in Trentino, Molise e Abruzzo, per la presenza della variante inglese. Anche in Umbria, per la presenza delle varianti inglese e brasiliana. Dobbiamo fare un grosso sforzo per contenere i focolai. Nel momento in cui si allentano gli interventi immediatamente riparte l’epidemia. Abbiamo dunque ondate successive che dipendono proprio dagli interventi. Ciò dipende dal fatto che la popolazione suscettibile all’infezione è ancora ampia. Nelle regioni molti focolai sono dovuti alle nuove varianti, non posso che esprimere preoccupazione per l’andamento dell’epidemia”. Ha proseguito Rezza: “Dobbiamo tenere alta la guardia e dove c’è bisogno è necessario intervenire tempestivamente e duramente. Il tasso di incidenza sta crescendo in età scolastica. Abbiamo una diminuzione dell’età media dei casi: ciò può essere un primo effetto delle vaccinazioni sugli anziani e soggetti nelle Rsa. Però cominciamo a vedere anche focolai nelle scuole e ciò potrebbe essere conseguenza delle varianti che infettano di più i bambini ma senza forme gravi. Quest’ultimo è un elemento di cui tenere conto”. 


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