Proseguono le indagini per tracciare il profilo di Noah Green, l’aggressore di Capitol Hill. Due le piste che si percorrono: da una parte la grave instabilità mentale e il disturbo psichico, dall’altra il fanatismo religioso sulle orme della Nation of Islam.
Noah Green, nella ricostruzione che se ne sta facendo in queste ore attraverso le sue pubblicazioni social, sembrerebbe, in prima battuta, un paranoico. Appaiono sui suoi social e nelle sue pubblicazione mediatiche annunci in cui comunica di avere una forte paura di FBI e CIA. In altre esternazioni fa sapere di essere nel mirino del Governo Federale per ottenere il controllo della sua mente.
Louis Farrakhan di Nation of Islam per Green è “Gesù, il Messia”
La seconda strada per profilare Green è stata tracciata nel segno del proselitismo alla Nation of Islam e al suo leader, Louis Farrakhan. Si tratta di una “setta islamica militante“, come si autodefiniscono gli adepti, nata a Detroit nel 1930. Sostengono l'”Afroislamismo” ovvero un l’unione dei precetti musulmani dentro il contesto culturale africano e auspicano al ritorno alle origini spirituali dell’Islam, come era per gli schiavi condotti in America dall’Africa.
Farrakhan, il leader del movimento, è stato più volte al centro di polemiche, anche sui media, per discorsi considerati antisemiti, omofobi e misogini. Green lo definiva “Gesù, il Messia” e il suo padre spirituale. Ancora dentro questo scenario, per Green l’inneggiare a Malcom X e la sua firma da combattimento: “Brother Noah X“.
Intanto proseguono le manifestazioni di solidarietà alle Forze dell’Ordine USA e di cordoglio per la morte dell’agente William Evans.