Caritas, chiuso 42° convegno: ascolto e cura per essere cittadini attivi

È terminato oggi il 42° Convegno nazionale di Caritas. Per tre giorni direttori e collaboratori delle Caritas diocesane e di Caritas Italiana si sono confrontati su come camminare insieme sulla via degli ultimi.

Presente il GOEL: impresa sociale per l’emancipazione della Calabria dalle mafie

Anche questa mattina si è aperta con la lectio guidata dalla Pastora Lidia Maggi. A seguire la testimonianza di Vincenzo Linarello, Presidente del consorzio GOEL. Si tratta di una comunità di persone, imprese e cooperative che operano per il riscatto della Calabria attraverso l’impresa sociale come principale motore di cambiamento. “Un’alternativa al sistema per tutte quelle imprese che hanno luminosamente scelto di affrancarsi dalle mafie“, ha sottolineato Linarello.

Il punto successivo del programma è stata la tavola  rotonda coordinata dal giornalista Luca Cereda che ha messo insieme le esperienze di 4 giovani presenti al convegno. In particolare: Aldo Lazzari, referente Young Caritas di Bergamo, Andrea Campisi, reduce del Servizio Civile alla Caritas diocesana di Siracusa, Maria Chiara Barzacca, membro dell’equipe di Caritas diocesana di Spoleto-Norcia e referente per i giovani, Noemi Calgaro, casco bianco in Guatemala.

Speranza, ascolto, creatività, attenzione e cura: come essere cittadini attivi

Non è mancato l’intervento di don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana. “Vivere la complessità, con lo stile del vangelo, annunciare la speranza per uscire dal guado, insieme, nella chiesa, nel mondo, in ascolto, oltre gli schemi, accompagnando con creatività, attenzione e cura, da cittadini attivi, in rete, nella giustizia e nella legalità, con fantasia e vivacità”, ha ricordato.

Ha interagito con le suggestioni del direttore Pagniello padre Giacomo Costa, Presidente della Fondazione Culturale San Fedele e consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. “Essenziale è il contributo di Caritas a partire dalla sua esperienza a contatto con gli ultimi che deve fecondare e aprire alla creatività Chiesa e comunità – ha detto padre Costa -. L’ascolto della realtà, sociale ed ecclesiale, e la luce che proviene dalla contemplazione del Mistero possono aprire processi di discernimento comune in vista di scelte concrete. L’ascolto della Parola ci porta a quell’ attenzione indispensabile per poter ascoltare i piccoli, ci inoltra nei cammini della democrazia, che cominciamo a saper leggere teologicamente, come luoghi della rivelazione dello Spirito”. Infine ha evidenziato una domanda: “A quale travaso, traboccamento di amore è oggi chiamata la Caritas?”. 

Infine riprendendo la parola don Pagniello ha detto: “Lungo le tre vie continuiamo a camminare insieme con tre consapevolezze: fare la nostra parte come chiamata alla responsabilità, abitare le tensioni con dinamismo, partire dal protagonismo dei poveri per riconfigurare le nostre realtà”.

Il Convegno si è chiuso con la concelebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia e Presidente di Caritas Italiana.

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