Cecilia Mangini, pioniera e madrina del documentario. Un doloroso addio

93 anni, di cui la più parte dedicati ai documentari: Cecilia Mangini s’è spenta. Nata a Mola di Bari, ma vissuta prima a Firenze e poi a Roma, ha collaborato a lungo con il marito Lino Del Fra, tra le voci più autorevoli del documentario italiano. Ma anche con Pier Paolo Pasolini. Tra i suoi più importanti lavori cineatografici “All’armi siam fascisti!“, il film del ’62 che la portò alla Mostra del Cinema di Venezia, che suscitò non poche polemiche, “Essere Donne, nel ’64” uno dei primi film a documentare la condizione femminile di quegli anni.
Recentemente le fu dato il premio “Maria Adriana Prolo” alla carriera, assegnato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema, di cui Cecilia Mangini è stata insignita durante l’ultimissimo Festival di Torino.

L’ultimo lavoro di Cecilia Mangini

Nel 2020, il suo ultimo lavoro con Paolo Pisanelli, “Due scatole dimenticate”, sulle immagini scattate dalla Mangini 50 anni prima, durante la guerra in Vietnam.
La morte non mi spaventa, mi spaventa sprecare il tempo” aveva detto in una recente intervista.
Io non dico chi sono, mi giudichino gli altri. Sono brava, pasticciona, una che non si stanca mai di pensare alle cose, una che ha avuto il senso delle immagini. Cosa posso certificare di me stessa? Sono nata il 31 luglio del 1927 e ancora campo. Ecco tutto“. Buon viaggio Cecilia, donna rock del cinema.

Il filmato contenuto nell’articolo è stato pubbicato dagli organizzatori del Festival di Sevilla 2020 che ringraziamo.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it