Non c’è pace per bar e ristoranti. Molti imprenditori continuano a perdere le speranze e non riescono più a tollerare il tira e molla al quale sta giocando il Governo. Quando arriva il momento di pensare di riaprire, ecco che viene emanato un nuovo Decreto che ferma nuovamente tutto. Questa volta, forse, è stato peggio.
Le nuove restrizioni parlano di “respiro” il 7 e l’8 gennaio con la possibilità di riaprire per il servizio del pranzo e nel caso dei bar, fino alle ore 18. Riapertura troppo breve che costringe poi a richiudere nuovamente il 9 e il 10. Per non parlare poi delle settimane successive, dal momento che le possibili aperture sono da valutare di volta in volta.
Perché devono continuare a fare un passo indietro sempre ristoratori e baristi? Il Covid ha distrutto vite e dopo di esse, intere attività per un totale di 37,7 miliardi di euro di perdita, pari al 40% del fatturato annuo.
Ristoranti, il duro colpo è arrivato tra novembre e dicembre
Il fermo durante le feste natalizie sono state un problema per il settore della ristorazione. Per molti locali ha significato perdere il 20% del fatturato annuo, perdendo così 14 miliardi euro e il 57,1% in meno dei ricavo. A prendere la parola per questa situazione è il Presidente di Fipe-Confcommercio Enrico Stoppani: “La ristorazione sembra non avere pace: ogni volta che si avvicina la scadenza delle misure, ecco che arrivano nuove restrizioni. Anche l’ultimo Dpcm – prosegue Stoppani – ha dettato le aperture dei giorni 7 e 8, ma lascia tutti nell’incertezza a partire dall’11. E’ per questo motivo che chiediamo al Governo e al Comitato Tecnico Scientifico di dare altre prospettive”.
Il Presidente di Fipe, sottolinea inoltre che è solo la ristorazione che sta perdendo molto a causa della pandemia. E’ importante che ognuno faccia la sua parte e che il sacrifico debba esserci da parte di tutti, ma ad oggi sembra ci sia solo una categoria a farsi carico del problema.
