Conferenza Meloni: Caso Pozzolo, presente e futuro. I temi

Una conferenza che si è fatta attendere (noto il perché), ma che alla fine ha ben supplito alle tantissime domande che a cavallo fra fine 2023 e inizio 2024 era necessario porre al Governo nella persona della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Tre ore di domande con tanto di pausa pipì e diserzione in class action dei rappresentanti della Federazione nazionale della stampa. “In questa sala – dice il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, in apertura dell’incontro, infatti – ci sono alcuni banchi vuoti: la Fnsi ha inteso disertare per protesta la conferenza. Una protesta che nella sostanza condivido. Ci allarma l’approvazione di un emendamento che rischia di far calare il sipario sull’informazione in materia giudiziaria”. “Chiediamo di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato – prosegue Bartoli -; una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece il diritto dei cittadini a un’informazione libera“.


E non è l’unica accusa. Inevitabilmente si fa riferimento al Caso Pozzolo.“La questione è che chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodire con responsabilità e serietà l’arma – dice Meloni -. Per questo c’è un problema con quello che è accaduto, qualcuno non è stato responsabile: chi ha quel porto d’armi e chi detiene quell’arma. Non è un bene per un italiano, figuriamoci per un parlamentare di FdI”.

Fiamma e famiglia: la Premier incassa e attacca

Poi altri due affondi: la fiamma nel simbolo Fdi – “cose su cui non ho messo la testa” liquida in fretta la Premier – e il familismo all’interno del partito. “Questa accusa comincia a stufarmi – risponde Meloni -. Nella attuale legislatura ci sono due famiglie, due coniugi, sono a sinistra, nel Pd e in Sinistra Italiana. Non ho mai sentito questa accusa e sarebbe stato sbagliato. Chi conosce la politica sa che spesso diventa anche altro, i tuoi amici, i tuoi fidanzati, tua moglie, questo non vuol dire togliere valore alle politiche”.

Del passato ormai 2023 la Premier cita il momento più complicato, come da domanda. “È difficile da selezionare – risponde la Premier -, politicamente parlando. Probabilmente Cutro è stato il momento più difficile. 94 persone che muoiono, l’accusa che è colpa tua, è una cosa che pesa”.

Legge elettorale, PNRR, pensioni

Mentre maggior spazio ha avuto il futuro politico del Paese nel tema delle priorità o meglio alcune questioni nodali. “Non ho ancora ragionato sul modello di legge elettorale, è una materia che spetterebbe in via prioritaria al Parlamento. La soglia ci deve essere per forza e io sono favorevolissima alle preferenze”. Uno. “Mettere a terra il Pnnr, la riforma della giustizia e poi ho un piano sulle borse di studio per gli studenti per il merito”. Due. E infine il tema delle pensioni che – risponde la Premier –  “va affrontato in maniera più organica di quanto fatto finora, anche da noi” e “affrontato anche con le parti sociali se hanno voglia di fare questo lavoro con noi. Io sono fiera del lavoro fatto in manovra sulle pensioni dei giovani”.

E cosa sul prossimo banco di prova per Fdi? “Sono moto contenta di quello che abbiamo costruito e non sono neanche preoccupata delle elezioni europee – rassicura Meloni – , che sono proporzionali e tendono a sottolineare le differenze. Dobbiamo chiaramente saperle affrontare senza che diventi una competizione interna. Dobbiamo crescere tutti quanti, non mi pare ci sia la volontà di sottomettere la tenuta del governo, il lavoro la velocità, all’interesse di partito legato al piano elettorale”.

(Screenshot TV)

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