Corruzione nel rilascio delle autorizzazioni ai trasporti. 12 arresti

Oggi il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Massa Carrara, su delega della Procura di Massa, ha dato esecuzione ad una ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Massa nei confronti di 12 persone per reati di corruzione, falso e truffa ai danni dello Stato. Sono in corso di esecuzione perquisizioni personali e presso uffici finalizzate alla ricerca di eventuale ulteriore materiale probatorio riguardante l’illecita attività oggetto di investigazione.

Su richiesta della Procura, il G.I.P. ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di tre dipendenti gli arresti domiciliari nei confronti di un titolare di una ditta che si occupa di scorte  (Saverio Mostratisi) e di 8 titolari di ditte di trasporti (Ubaldo Figliorelli, Mauro Fioletti, Alberto Bongiorni, Francesco Nacchini, Alessandro de Rantieri, Mario Andrei, Paride Rinaldi, Michele Nardi). Nei confronti di altra persona, legale rappresentante di una ditta, la misura cautelare emessa è stata immediatamente revocata su richiesta della Procura, in quanto è stato accertato in sede di perquisizione che era stato altro soggetto a interloquire con la Provincia con l’utenza emersa nel corso delle intercettazioni.

Le indagini sono durate oltre un anno e hanno permesso di individuare un diffuso sistema corruttivo organizzato dai tre funzionari arrestati, i quali utilizzavano un vero e proprio tariffario per il rilascio, in spregio alle procedure previste per legge, delle autorizzazioni necessarie per i trasporti commerciali sul territorio provinciale.

Le investigazioni hanno consentito di scoprire che i pubblici ufficiali rilasciavano le autorizzazioni alle ditte di trasporti senza far loro pagare gli importi dovuti allo Stato, in cambio di sostanziose “mazzette” che però, essendo di importo pari a circa la metà degli oneri dovuti, consentivano ai privati trasportatori un evidente vantaggio economico.

Questo sistema di pagamenti parallelo a quello previsto per legge, inoltre, consentiva alle ditte di trasporto corruttrici di avere una via preferenziale per ottenere le autorizzazioni richieste. La disponibilità dei funzionari era offerta tutti i giorni per le richieste delle ditte, i cui rappresentanti, con una semplice telefonata, si assicuravano immediatamentel’autorizzazione, provvedendo poi a remunerare illecitamente i funzionari con il pagamento della “pagnotta” (cosi chiamata da uno degli indagati) in contanti. Lo scambio avveniva sempre al di fuori degli uffici: gli incaricati dalle ditte, in genere autisti dei mezzi, ricevevano dai funzionari in una busta le autorizzazioni, e consegnavano loro un’altra busta contenente il denaro.

In una conversazione intercettata tra dipendenti di una ditta di scorte, veniva così descritto quello che poi si è scoperto essere un passaggio di denaro: “tu chiami l’autista della******, lui ti dà una busta che te questa busta la dai ar busta, è tutto un giro di buste…”; significativamente l’appellativo dato ad uno dei funzionari corrotti della Provincia si è quindi scoperto essere “er busta”. Peraltro, uno dei funzionari coinvolti in più occasioni si è persino lamentato con il suo collega per avere ricevuto come “mazzetta” dei buoni benzina piuttosto che danaro, affermando candidamente: “Mica ci mangio con i buoni….”.

Tra gli arrestati, oltre ai pubblici ufficiali e ai rappresentanti di ditte di trasporti, come anticipato, figura anche Mostratisi Saverio, responsabile di una ditta di Calenzano (FI) che si occupava di fornire scorte in occasione di trasporti eccezionali e che, grazie al rapporto confidenziale e di intermediazione con i funzionari corrotti, godeva di fatto del monopolio del servizio nella Provincia di Massa Carrara.

I funzionari arrestati avevano anche previsto di rilasciare alle ditte qualche autorizzazione in maniera regolare, per non insospettire i propri diretti superiori. Anche tale manovra veniva concordata di volta in volta con i titolari delle ditte di autotrasporto, ai quali i pubblici ufficiali proponevano, ad esempio, di rilasciare 20 autorizzazioni di cui solo 5 in maniera regolare a fronte del pagamento di“mazzette”.

E’ stata, altresì, accertata attività dei pubblici ufficiali della Provincia coinvolti finalizzata a garantire copertura agli autotrasportatori in caso di controlli su strada da parte delle forze di Polizia, cui venivano in seguito fornite false indicazioni circa la regolarità delle pratiche autorizzatorie.

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