Deposito scorie radioattive: pronte le barricate


Deposito scorie radioattive: a Gravina in Puglia pronte le barricate  e dopo ben sei anni, la Sogin (Società di Stato per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) avvia la fase di consultazione con la pubblicazione della CNAPI  per i rifiuti radioattivi.

Individuate 67 aree di cui :nel Nordi Italia 8 in Piemonte. Nel Centro Italia  2 in Toscana e anche  22 nel Lazio. Nel Sud Italia  2 in Basilicata, 15 in Puglia, 14 in Sardegna e 4 in Sicilia. Individuate 22 aree nel Lazio concentrate nella Tuscia, tra cui 15 nell’Area Interna Alta Tuscia-Antica Città di Castro. I Comuni di quest’area direttamente interessati sono: Arlena di Castro, Canino, Ischia di Castro, Montalto di Castro, Tessennano e Tuscania.

Per rifiuto radioattivo si intende ogni materiale derivante dall’utilizzo pacifico dell’energia nucleare contenente isotopi radioattivi di cui non è previsto il riutilizzo. Lo scarto di combustibile nucleare esausto derivante dalla fissione nucleare nel nocciolo o nucleo del reattore nucleare a fissione rappresenta la forma più conosciuta di rifiuto radioattivo, oltre che una delle più difficili da gestire in virtù della sua lunga permanenza nell’ambiente; ma anche altre attività umane portano alla produzione di questo tipo di rifiuti.

La legislazione italiana classifica i rifiuti radioattivi in 3 categorie a seconda del loro tempo di decadimento e dei radioisotopi in questi contenuti. Per ogni categoria sono previste dalla normativa vigente diverse tipologie di trattamento.

Deposito scorie in Italia

In Italia, come già detto, i rifiuti radioattivi sono divisi in 3 categorie.  Tuttavia il decreto legislativo 230/95 esclude da questa classificazione quei rifiuti radioattivi contenenti radioisotopi. Essi devono avere un tempo di dimezzamento inferiore a settantacinque giorni e con concentrazione inferiore alla soglia di un becquerel/grammo ed entro limiti specifici per ogni radioisotopo riportati in una tabella allegata al decreto.

In tali casi infatti (es. rifiuti da radiofarmaci impiegati in medicina nucleare) si provvede di norma a far decadere il materiale radioattivo in un opportuno deposito e successivamente allo smaltimento come rifiuto o rischio biologico o di altro tipo.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it