Detenuto disabile racconta i pestaggi del carcere

Iniziano a girare sul web alcune testimonianze dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, costretti a subire violenze da parte di alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. Risale al 6 aprile la notizia che riguardava le sevizie subite da 292 detenuti che protestavano per la diffusione del Covid nel carcere.

Un detenuto disabile, oggi, ha deciso di parlare e fare il nome anche della direttrice della casa circondariale “Francesco Uccello”. Dalle testimonianze è emerso che anche lei “aveva un manganello”, mentre dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso, sono stati individuati i 52 agenti responsabili delle violenze. Oggi, gli stessi, sono stati sospesi.

In particolare, il detenuto disabile ha dichiarato: “Non posso ripensarci, vado al manicomio. Secondo me erano drogati, erano tutti con i manganelli, anche la direttrice”. L’uomo che ha raccontato la sua esperienza era segnato nella lista di coloro he potevano trascorrere parte della pena ai domiciliari. Ma la sua uscita non fu anticipata e così, anche lui divenne protagonista dei pestaggi che avvenivano all’interno del carcere.

“Sono stato il primo a essere tirato fuori dalla cella insieme con il mio piantone perché sono sulla sedia a rotelle. Ci hanno massacrato, hanno ammazzato un ragazzo. Hanno abusato di un detenuto con un manganello. Mi hanno distrutto: mentalmente mi hanno ucciso. Volevano farci perdere la dignità, ma l’abbiamo mantenuta perché sono loro i malavitosi che vogliono comandare in carcere. Noi dobbiamo pagare, è giusto, ma non dobbiamo pagare con la nostra vita: voglio denunciarli per i danni morali”. 

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