È mafia.La sentenza dei Giudici al processo del clan Spada

Libri,film, fiction ma innanzitutto una violenta è tragica realtà. La mafia esiste. Anche ad Ostia. Ora  c’è  una sentenza che lo dimostra. Ieri sera i giudici della Terza Corte d’Assise, nel maxiprocesso sul clan Spada, dopo oltre dieci ore di camera di consiglio, con la sentenza hanno riconosciuto l’associazione a delinquere di stampo mafioso per il clan del litorale romano.

Diciassette le condanne e sette le assoluzioni per un totale di 147 anni di carcere.

Così come lo scorso 9 settembre avevano chiesto i due PM della DDA, Mario Palazzi e Ilaria Calò sono stati inflitti tre ergastoli. A Carmine Spada, detto Romoletto, Roberto Spada , già condannato per la testata a Ostia al giornalista della Rai  e Ottavio Spada, detto Marco. Il procedimento della DDA di Roma è legato agli arresti avvenuti il 25 gennaio 2018 nel corso dell’operazione ”Eclissi‘.


Le accuse, a vario titolo, andavano dall’associazione di stampo mafioso, all’omicidio, l’estorsione, l’usura, la detenzione e porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, ed altri crimini contro la persona, oltre al traffico di stupefacenti, l’attribuzione fittizia di beni e l’acquisizione, in modo diretto e indiretto, della gestione e il controllo di attività economiche, e appalti legati a stabilimenti balneari, sale giochi e negozi.

Al processo per mafia presenti la Sindaca di Roma e il Presidente della Commissione antimafia.

Alla lettura della sentenza, nell’aula bunker di Rebibbia, erano presenti anche la sindaca Virginia Raggi insieme al Presidente  della Commissione Antimafia Commissione AntimafiaNicola Morra .Cosi ,ha commentato la sentenza la cronista di Repubblica, Federica Angeli, nota per le sue inchieste sulla mafia di Ostia, sotto scorta dal 2013. “E’ innanzitutto un grande riconoscimento del lavoro giornalistico. La nostra categoria è sempre nel mirino, criticata, però su Ostia ha tenuto la barra dritta ed è riuscita a tenere acceso un tale riflettore mediatico che alla fine la procura è arrivata  ,magari dopo, ma ci ha dato ragione”.

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