Eurispes: “Scuola e Università per il futuro dell’Italia”

In occasione del seminario Eurispes: “Scuola e Università per il futuro dell’Italia che si è tenuta il 14 novembre 2022presso la Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, era presente la Dottoressa Cristina Di Silvio in qualità di Legal Advisor of the INTERNATIONAL INSTITUTE for DIPLOMATIC RELATIONS COMMISSION FOR HUMAN RIGHTS, of the United Nations, e Director of International Relations for the European Community for USFTI

La conferenza è stata un’opportunità di raccolta di indicazioni preziose in vista della stesura, a distanza di vent’anni dal primo Rapporto, del Secondo Rapporto sulla Scuola e sull’Università che l’Osservatorio per le politiche educative dell’Eurispes pubblicherà nel 2023, con la volontà di porre l’educazione come uno dei temi centrali dell’agenda politica per la ripresa del nostro Paese.

Alberto Mattiacci, professore  ordinario di Economia alla Sapienza, Presidente del Comitato Scientifico dell’Eurispes e coordinatore dell’incontro  ha introdotto gli interventi dei relatori ponendo un interrogativo: «Siamo tutti consapevoli che la popolazione italiana del futuro sarà molto diversa da quella di quando sono state progettate le istituzioni educative e formati i loro agenti. Alla fine del PNRR mancano poco più di 200 settimane. La domanda è: come usarle?».

Il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, nel suo discorso di apertura ha ricordato come nel Rapporto Italia 1999 si segnalasse che in Italia veniva destinato all’istruzione solo il 5,5% del Pil e alla ricerca appena lo 0,7% ma, ahimè, ad oggi l’Italia spende ancora meno per l’istruzione: il 4% circa del Pil e lo 0,5% in ricerca. In questo quadro, l’Osservatorio dell’Eurispes rappresenta l’occasione per offrire alla comunità strumenti per assistere le realtà pubbliche e sensibilizzare la pubblica opinione anche sugli interventi strutturali già previsti grazie al PNRR; infatti come ha sottolineato il presidente “non è più possibile immaginare l’educazione, l’istruzione e la formazione in termini disgiunti rispetto ad un mondo del lavoro che è già cambiato”.

Intervenendo alla discussione, il Direttore dell’Osservatorio sulle Politiche educative dell’Eurispes, Mario Caligiuri, ha evidenziato come da sempre tutti i programmi elettorali hanno assegnato una funzione importante all’educazione, tuttavia parliamo ancora di una dimensione inattuale. Infatti, si propongono interventi di dettaglio senza una visione di larghe vedute sebbene l’educazione sia l’area delle politiche pubbliche più estesa in assoluto. A tal proposito, assume un ruolo fondamentale l’educazione digitale che dovrebbe diventare una materia di base poiché le attività umane si svolgeranno sempre di più sulla Rete diventando un indifferibile problema di educazione e di sicurezza nazionale.

Secondo il Presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione della università e della ricerca, Antonio Uricchio, bisogna mettere al centro la politica per la qualità del Sistema formativo, migliorando e garantendo così i servizi in favore degli studenti e ponendo le condizioni per promuovere sviluppo e ridurre i divari tra le varie aree del Paese, valorizzando la dimensione sociale dell’istruzione. In questa prospettiva, la didattica non è addestramento, la ricerca non è tecnica raffinata o linguaggio specialistico ma un legame tra Scuola, Università e Società e, allo stesso tempo, all’impatto sociale, economico, ambientale e/o culturale nei confronti dei fruitori finali e dei territori.

Il Presidente dell’Invalsi Roberto Ricci, dichiara che ci sono Regioni che hanno esiti più problematici di altre e non solo hanno molti allievi in condizioni di fragilità, ma anche pochi allievi che conseguono risultati solidi e robusti. Questo significa che è in crisi tutta la filiera dell’inclusione, sia lungo la dimensione della fragilità sia quella dell’eccellenza. I dati standardizzati, fortunatamente, ci aiutano a individuare con criteri uniformi chi ha bisogno di maggiore aiuto ed intervenire come già fatto con la destinazione di risorse finanziarie principalmente alle regioni del Mezzogiorno e alle scuole con esiti di apprendimento più bassi, evitando così dicompromettere definitivamente la possibilità del Paese di prosperare e di competere nel contesto globale.

Luca Bianchi, Direttore della Svimez ha voluto sottolineare che tra gli investimenti previsti dal Pnrr, vi è quello destinato alla scuola e all’Università, inserito nell’ambito della missione 4. Purtroppo, proprio sulla scuola e sulle sue infrastrutture, il rapporto Svimez ha presentato uno spaccato preoccupante di un Paese in grave difficoltà. Infatti, molto spesso la scuola non è in grado di offrire un servizio adeguato soprattutto per mancanza di infrastrutture idonee allo scopo con il risultato di scoraggiare l’adesione delle famiglie. Tuttavia mancano ancora quattro anni alla fatidica scadenza del Pnnr, per cui c’è ancora tempo per modificare modalità e strumenti di intervento al fine di cogliere la straordinaria opportunità che l’Europa ci offre per garantire un futuro migliore al proprio Paese e ai propri giovani.

Il Vicedirettore dell’Osservatorio sulle Politiche educative dell’Eurispes, Elena Ugolini, ha incentrato il suo contributo spostando la discussione su una delle questioni del sistemascolastico non ancora risolte affermando che la a non conoscenza dei dati, la tutela aprioristica di diritti acquisiti, il prevalere di preconcetti ideologici sono i tre motivi per cui non siamo disposti a cambiare per mettere veramente al centro lo scopo vero della scuola: la crescita umana, culturale e professionale di tutti gli alunni, nessuno escluso.

La Dottoressa Cristina Di Silvio, in virtù dei meriti acquisiti per lo sviluppo e diffusione della cultura, dell’arte, della ricerca, della creatività, della scienza, e promosso i valori della libertà, della giustizia, della pace e della fratellanza universale, ha sposato gli obiettivi sostenuti dai relatori.

La dichiarazione di Andrea ChiaramontiAmministratore delegato di Giunti Scuola sul ruolo di assoluta responsabilità nel contribuire alla formazione delle nuove generazioni attraverso una governance attenta alla dimensione etica e ad un impatto sociale sempre più profondo dei contenuti legati ai temi dell’Agenda 2030, ha segnato la conclusione dell’evento. 

 

Photo Marina Visvi

Autore:

Redazione

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