Firenze, agenti penitenziari ai domiciliari per presunte torture

La storia sembra di averla già sentita più e più volte. Tortura, pestaggi e falso ideologico in atto pubblico. Con queste accuse, tre agenti penitenziari del carcere di Sollicciano, sono agli arresti domiciliari a seguito di un’inchiesta della Procura di Firenze. Inoltre, sei agenti sono sono stati interdetti dall’incarico per un anno.

I fatti contestati risalgono al 2018 quando alcuni detenuti hanno dichiarato di essere stati pestati e di aver riportato rottura delle costole e di un timpano. Ai tre agenti, va anche il reato di falso ideologico poiché secondo le loro testimonianze, i fatti sarebbero avvenuti per casi di resistenza dei detenuti. Tra gli arrestati, c’è anche il nome di un’ispettrice con un ruolo fondamentale nella vicenda, mentre tra gli indagati risulta esserci anche un’altra donna.


Processo Levante, gli agenti arrestati a Piacenza. Che fine hanno fatto?

Mesi fa i media sono stati invasi dalle notizie dei carabinieri della caserma Levante arrestati a Piacenza. Tutti conoscevano l’operazione Odysseus, ma nel giro di pochi giorni, nessuno ha avuto più notizie. La stessa inchiesta era nata per un’indagine della polizia sul traffico e spaccio di droga.

I risultati furono scioccanti. Reati pesanti tra cui spaccio, tortura, estorsioni, lesioni personali e solo per citarne alcuni. Il tutto era cominciato nel 2017 e molti considerano la vicenda come una pagina nera della città, balzata all’attenzione della gente non per la bellezza o la cultura del luogo, bensì per la violenza. La stessa che non dovrebbe esistere in un posto come una caserma, che la gente dovrebbe tranquillizzarla, non traumatizzarla.

Pochissimi i giornali che a dicembre, in occasione della prima udienza, hanno parlato del fatto. In aula erano presenti i militari accusati e l’appuntato di Pozzuoli Giacomo Falanga, scortato dal carcere di Verbania. Con lui anche il maresciallo Marco Orlando e l’appuntato Daniele Spagnolo. Sono rimasti in carcere invece Giuseppe Montella e Salvatore Cappellano.

I capi di imputazione contestati sono 62 e tutti a carico dei cinque carabinieri di Levante. Nello stesso giorno è stato aperto il processo di Angelo Esposito, che ha richiesto il rito ordinario. L’Arma dei Carabinieri, invece, ha avanzato la richiesta di costituzione di parte civile.

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