Fusioni in vista per i colossi italiani della Difesa

Torna a richiamare l’attenzione degli investitori la plausibile ipotesi della grande fusione tra i Gruppi industriali italiani di Leonardo e Fincantieri. Tuttavia, il titolo Leonardo sembra non tenere conto delle voci riportate anche da Bloommberg ed è oggi tra i titoli peggiori del Ftse Mib, con una perdita superiore a -3%. Ma anche il titolo Fincantieri cede il 2% circa anche se va detto che complessivamente oggi  non è e una sessione positiva per la borsa di Milano, con l’indice Ftse Mib che alle 11 circa ora italiana cede più dell’1%.

Nell’articolo pubblicato da Bloomberg si legge che il Governo italiano starebbe riesaminando attentamente le opzioni per unire due dei suoi asset della Difesa più grandi e più significativi da un punto di vista strategico: Leonardo e Fincantieri e il piano si troverebbe ancora nella sua fase iniziale. Tuttavia, l’idea accreditata tra gli esperti è che i due giganti dell’industria della Difesa nazionale stiano rafforzando il loro ruolo in una unica struttura, con una maggiore presenza pubblica in un’area di importanza geopolitica.

sembrerebbe sempre da fonti bebe informate che  Fincantieri sarebbe in cima alla lista dei potenziali acquirenti della ex Oto Melara, marchio chiave di Leonardo nel settore dei sistemi di difesa. Nel riportare le indiscrezioni sullo studio del Governo Draghi di un progetto più ambizioso di M&A tra le due società, Bloomberg sottolinea che Leonardo figura  tra i principali player europei della Difesa, mentre Fincantieri costruisce navi da più di 200 anni.

La chiave di tutto questo è il rapporto tra Italia e Francia, paesi “entrambi protettivi della propria industria della difesa che, nei prossimi giorni, dovrebbero firmare un trattato per rafforzare la loro cooperazione“.

Si tratta del ben noto Trattato del Quirinale. Ieri sera è stato lo stesso Eliseo ad annunciare ufficialmente che il Presidente francese Emmanuel Macron sarà a Roma il 25 e 26 novembre per la firma del trattato. Un trattato, si legge nella nota dell’Eliseo, che “favorirà la convergenza delle posizioni francesi e italiane, e il coordinamento dei due Paesi in materia di politica europea ed estera, di sicurezza e di difesa, di politica migratoria, di economia, di scuola, ricerca, cultura e cooperazione transfrontaliera”.

E’ stato d’altronde lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi a lanciare un appello all’Unione Europea affinché investa maggiori risorse in un piano di difesa comune che lo renda più auto sufficiente, in un contesto geopolitico che si è fatto più particolare dopo l’uscita degli Stati Uniti dall’Afghanistan e a seguito di un nuovo patto per la difesa guidato dagli Stati Uniti, con l’Australia, che ha fatto perdere a Parigi una grande commessa sui sottomarini.

La decisione del Governo italiano sull’operazione di cessione di Oto Melara e WASS da parte di Leonardo, secondo quanto riporta Finanza.com, potrebbe richiedere diversi mesi e tra le opzioni che il Governo italiano starebbe valutando ci sarebbe lo stop alla vendita delle due società al gruppo Franco-tedesco Knds (unione tra la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann) che secondo diverse fonti giornalistiche avrebbe avanzato un’offerta da 650 milioni; – una maggiore cooperazione tra Fincantieri e Leonardo sul settore della Difesa con le due società che potrebbero essere accorpate sotto un’unica struttura incrementando il controllo dello Stato su un settore considerato strategico (oggi, lo Stato italiano controlla il 30,5% di Leonardo attraverso il MEF mentre il controllo su Fincantieri è esercitato attraverso CDP con una quota del 72,5%). L’operazione sarebbe ancora in una fase iniziale di valutazione.

Altre fonti giornalistiche affermano  che il Ministero della Difesa starebbe provando a trovare una soluzione allargata che vede una collaborazione tra Fincantieri e Knds per il controllo di Oto Melara e Wass. Nell’eventuale JV potrebbe rientrare anche Iveco Defence Vehicles. Questa soluzione permetterebbe di superare lo scontro tra la scelta di mantenere le due società sotto controllo italiano e la partecipazione al programma europeo dei carri armati garantita da Knds. Lo scenario rimane ancora molto aperto rendendo difficile fare previsioni sulla soluzione finale considerando il ruolo centrale che ha la politica in questa operazione.

 

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