L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, si esprime sull’ipotesi di un’ulteriore stretta in Italia per frenare la diffusione dei contagi di Coronavirus.
In un’intervista ad Agorà ha dichiarato: “E’ successo quello che ci si poteva attendere e temere sull’arrivo anche da noi di questa ondata. Considerando che quello che è stato messo in campo per fermare il tutto era e si è dimostrato ampiamente insufficiente”.
Aggiunge poi Galli: “Anzi brillantemente ci sono state delle aperture nel momento in cui era proprio il caso di non riaprire nulla, ma questa è una vecchia storia. I casi che abbiamo visto tra oggi e ieri, valutando che sono stati fatti meno tamponi, sono casi sintomatici con ogni probabilità. Questo è un preannuncio della settimana che ci aspetta”.
Il rischio è soprattutto quello di un aumento dei contagi tra la popolazione più fragile. L’infettivologo spiega: “Quando si diffonde una variante come quella inglese che dimostra di avere un 30-40% in più di capacità infettante, coloro che la prendono per primi sono i giovani e i bambini che hanno più socialità. Poi la vediamo fatalmente tra gli anziani ed è lì che inizia l’aumento della pressione su ospedali e rianimazioni. Purtroppo questo genere di eventi è già stato innescato nelle scorse settimane e ora dobbiamo solo pensare alla maniera di contenerlo e gestirlo. Con vaccinazioni e interventi sul campo si potrà arginare la cosa in maniera molto più sostanziale. Lo strumento ci sarebbe, il punto è avere abbastanza vaccino per vaccinare tutti coloro che devono esserlo”.
L’arancione scuro come soluzione non basta e Galli auspica “chiusure decisamente più marcate. Le regioni che non sono ancora rosse ci finiranno presto. La situazione si complica e siamo sempre all’inseguimento del virus. È da fine dicembre che parliamo della variante inglese, più contagiosa del 40% come la brasiliana e ora sta diventando prevalente”.