Garanzie pubbliche e sistema creditizio: possibili evoluzioni e conseguenze per il sistema produttivo

Importante Convegno, oggi a Roma, alle Scuderie dell’ABI, ore 15:30, alla presenza di importanti Autorità e personalità.

L’evoluzione del sistema delle garanzie avvenuto tra il 2020 e il 2023, a seguito del Framework Covid* prima e del Framework Ucraina* dopo, potrebbe interrompersi il prossimo 31 dicembre mettendo così in crisi il rapporto virtuoso instaurato tra banche e imprese in questi difficili anni, tanto che oggi le garanzie coprono il 33% del totale dei finanziamenti al sistema produttivo italiano. Che cosa accadrebbe se ci fosse un’interruzione di questo sistema, che finora ha svolto pienamente il suo compito di volano dell’economia?

A questa domanda cerca di rispondere l’incontro “Garanzie pubbliche e sistema creditizio: possibili evoluzioni e conseguenze per il sistema produttivo” che si svolgerà a Roma il 20 settembre, dalle 15.30 alle 18.30, presso le Scuderie di Palazzo Altieri. Apriranno i lavori Antonio Patuelli, Presidente ABI, ed Ercole P. Pellicanò, Presidente ANSPC, ai quali seguirà l’intervento di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, mentre Federico Freni, Sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze, chiuderà l’incontro romano.

Moderatore e relatore sarà Stefano Caselli, Professore Ordinario di Finanza Aziendale e Dean Sda Bocconi, che introdurrà una tavola rotonda in cui si confronteranno alcuni operatori del sistema creditizio e produttivo italiano:Gianluca Brancadoro, Vicepresidente Banca MPS e Avvocato in Roma, Francesca Brunori, Direttore Credito e Finanza – Confindustria, Ferruccio Ferranti, Presidente Mediocredito Centrale, Riccardo Di Stefano,Presidente Nazionale Giovani Imprenditori Confindustria, Paolo Fiorentino, Amministratore Delegato Banca Progetto e Gianfranco Torriero, Vice Direttore Generale Vicario – ABI.

Un panel di grande prestigio, quindi, che farà il punto sul rapporto tra garanzie pubbliche e sistema creditizio e produttivo italiano analizzando le possibili evoluzioni dopo il 31 dicembre. Premesso che la garanzia al credito esiste da oltre 20 anni in Italia – per un importo fino ad €2,5mln ed una copertura tra il 60% e l’80% dell’importo finanziato – con l’emergenza Covid, in deroga alla normativa sugli aiuti di Stato, è stato innalzato il tetto a €5mln per le PMI e la percentuale di garanzia, in alcune fasi, è arrivata al 100% dell’importo. Non c’è ancora chiarezza normativa su cos’avverrà a partire dal 1° gennaio 2004 per tutte le garanzie superiori ad €2,5mln oltre al quale andrebbero ad infrangere la normativa sugli aiuti di stato.

Negli ultimi 10 anni l’utilizzo delle garanzie a favore delle PMI – fornite dal Mediocredito Centrale – è cresciuto in modo costante, tanto che nel 2019 (pre-Covid) sono state superiori del 140% rispetto a quelle emesse nel 2012. Il motivo è da ricondurre al maggiore utilizzo di questo strumento da parte delle banche, in quanto il rischio di perdita per l’istituto di credito oscilla tra il 20% ed il 40% dell’importo garantito. Tuttavia, la garanzia pubblica permette di ridurre fino al 7% l’assorbimento patrimoniale del finanziamento.

Inoltre, il peso delle garanzie sullo stock di crediti erogati alle PMI è aumentato in modo considerevole e strutturale passando dall’11% del 2012 al 31% del 2019 (pre-Covid) con una crescita del 180% in soli 7 anni. Altro dato significativo: l’outstanding loan bancario nei confronti delle PMI ha subito un decremento del 14% fino al 2019, stabilizzandosi nell’ultimo biennio, mentre il volume delle garanzie verso le PMI è aumentato nel corso degli anni, arrivando nel 2021 a coprire il 93% del totale dell’outstanding loan delle PMI.

Infine, va ricordato che oggi il Sistema di Garanzia Pubblico Italiano sfrutta un effetto moltiplicatore: 1 euro erogato dal Governo genera fino a 14 euro di nuovi prestiti bancari. Durante il periodo Covid lo stesso moltiplicatore era sceso a 11x a causa dei maggiori importi garantiti e delle maggiori perdite attese.

L’incontro romano è organizzato dall’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito (A.N.S.P.C)

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