Il Giappone si avvicina alle unioni omosessuali. Storica sentenza

In Giappone è incostituzionale il “no” ai matrimoni tra persone dello stesso sesso; la sentenza storica pronunciata dal tribunale distrettuale di Sapporo potrebbe influenzare il dibattito in corso nel Paese sul riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso. 

Oggi, mercoledì 17 marzo, un tribunale giapponese ha stabilito per la prima volta che le coppie omosessuali hanno il diritto costituzionale di sposarsi. I giudici hanno detto che la sessualità, così come la razza e il genere, non è una questione di preferenza individuale; il rifiuto di garantire le licenze di matrimonio alle persone omosessuali viola la premessa della Costituzione di assicurare la parità dei diritti derivanti dal matrimonio. La sentenza di oggi ha così stabilito che i “benefici legali previsti dal matrimonio debbano essere riconosciuti sia agli omosessuali che agli eterosessuali“. 

La legge giapponese prevede che il matrimonio debba essere basato sul “reciproco consenso di entrambi i sessi” e per questo è stato sempre interpretato come un’unione tra un uomo e una donna; in più i partner delle persone omosessuali non hanno diritti sui figli della compagna o del compagno e non possono ereditare i loro beni. Di recente alcuni comuni hanno emanato delle ordinanze che prevedono dei “certificati di unione“, che permettono per esempio alle coppie omosessuali di affittare casa più facilmente. Ma senza estendere altre implicazioni giuridiche alla coppia. I matrimoni di coppie gay che si sono sposate in altri paesi non sono riconosciuti, e inoltre se una delle due persone della coppia è straniera non le viene concesso un permesso di soggiorno.

Unico nel G7

Il Giappone è l’unico tra i paesi del G7 a non riconoscere l’unione tra persone dello stesso sesso; Per gli attivisti giapponesi la sentenza è una grande conquista che crea un precedente e fa auspicare una modifica delle leggi relative ai diritti delle persone delle comunità LGBTIQ+.

A rivolgersi al tribunale erano state due coppie di uomini e una di donne, che fanno parte di un gruppo di 13 coppie che si sono rivolte nel giorno di San Valentino 2019 ai giudici di Sapporo, appunto, ma anche Tokyo, Osaka e Nagoya, sostenendo che il mancato riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso viola la Magna Carta, che prevede invece la libertà di matrimonio e l’uguaglianza giuridica. 

La notizia del Giappone dopo il NO del Vaticano

La notizia della sentenza in Giappone arriva dopo che la chiesa cattolica ha fatto sapere che i suoi sacerdoti non potranno dare alcuna forma di benedizione. Sia una coppia di persone dello stesso sesso sposata oppure legata da una unione civile. La questione era nata dopo che in più occasioni Papa Francesco aveva commentato favorevolmente l’introduzione di unioni civili per i fedeli omosessuali, sovvertendo la posizione ufficiale della Chiesa, che per lungo tempo non aveva voluto legittimare in alcun modo i legami fra persone dello stesso sesso. Già nel 2016 in un testo ufficiale il Papa aveva esortato la Chiesa a disporre un percorso di “accompagnamento” per le coppie omosessuali, “affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita“. 

Dopo le dichiarazioni rilasciate dal Vaticano tantissime celebrity si sono schierate a favore dei diritti per le persone LGBTIQ+: da Elodie a Elton John passando per Vladimir Luxuria, Alessandro Canino e Alessando Cecchipaone.

E quello che si è arrabbiato di più è Sir Elton John che ha dichiarato su twitter la sua disapprovazione.

Come può il Vaticano rifiutarsi di benedire i matrimoni gay perché ‘sono peccato’ e intanto trarre profitto investendo milioni in Rocketman; un film che celebra la felicità finalmente trovata grazie al matrimonio con David? #ipocrisia“. Il riferimento è ad un articolo del Daily Beast, che affermava di aver scoperto che un lucroso fondo papale; chiamato Peter’s Pence, era stato utilizzato per finanziare film come “Men in Black: International” e la stessa biografia di Elton John “Rocketman“. 3,6 milioni di dollari per il primo e circa un milione per il secondo.

 

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