L’indagine rapida condotta dall’Istituto superiore di sanità e dal Ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, evidenzia che: “In Italia il 3 gennaio scorso la variante Omicron del Covid era predominante, con una prevalenza stimata all’81%, con una variabilità regionale tra il 33% e il 100%. Mentre la Delta era al 19% del campione esaminato”.
In una nota l’Iss spiega: “Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni e Province autonome in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni e Province autonome e complessivamente 120 laboratori regionali e il Laboratorio di Sanità militare e sono stati sequenziati 2.632 campioni”.
É emerso che in Basilicata la variante Omicron di Sars-CoV-2 è quella che circola di più mentre la Delta è praticamente azzerata. La variante Delta rimane preponderante soltanto in Valle d’Aosta, dove mantiene una prevalenza del 66,7% e Omicron è ferma al 33,3%. Anche nella Provincia autonoma di Bolzano Delta rimane molto presente con il 41,7%. Omicron è al 54,2%. Anche in Friuli Venezia Giulia l’ascesa di Omicron è lenta ed è al 64,6% . In Veneto la nuova variante è al 66,1% e Delta al 33,9%.
Nel resto d’Italia lo scenario è quello di una salita netta e decisa. Delta è già sotto il 10% in 4 Regioni: Basilicata, Molise, Umbria e Puglia. Vicine al 90% di Omicron ci sono anche la Toscana con l’89,2% e la Lombardia con l’88,7%. Il Lazio registra Omicron all’85,4% e Delta al 14,6%. Nelle Marche Omicron è all’82%, in Sardegna all’83,3%. Restano sotto l’80% l’Emilia Romagna (79,4%), la Sicilia (78,8%), l’Abruzzo (77,8%), il Piemonte (76,8%), la Liguria (76,7%), la Provincia autonoma di Trento (76%), la Calabria (71,4%) e la Campania (70,9%) .