Ipotesi di violenze “sistematiche” sui detenuti del carcere minorile di Milano

Nell’Istituto minorile Beccaria di Milano c’era “un sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni e pestaggi di gruppo realizzati dagli indagati” – appartenenti alla Polizia Penitenziaria –  “ai danni dei detenuti per la maggior parte minorenni“.

Ne sono convinte la Procuratrice aggiunta Letizia Mannella e i PM Cecilia Vassena e Rosaria Stagnaro – che hanno firmato la richiesta di misura cautelare per 21 agenti, 13 finiti dietro le sbarre e 8 sospesi dal servizio per reati che vanno dai maltrattamenti e alle lesioni aggravate fino alla tortura.

Secondo i giudici si tratta di “un sistema consolidato, nel corso degli anni,  che coinvolgeva gli agenti in turno di servizio e il resto del personale fuori servizio, convocato specificamente per la partecipazione ai pestaggi“.

Presunte violenze che secondo i magistrati inquirenti hanno avuto come principale fondamento il contributo concorsuale omissivo e doloso di una serie di figure apicali con posizione di garanzia effettiva nei confronti dei detenuti, un presunto ‘aiuto’ che ha consapevolmente agevolato e rafforzato le determinazioni criminose dei suoi sottoposti“.

Si parla di una “diffusione sistematica della violenza  che ha determinato nei detenuti la maturazione di un concetto di ‘normalità’ della stessa, come dimostrano i loro racconti e i rudimentali metodi di prevenzione rispetto ai pestaggi come la scelta di insaponare il corpo per sfuggire alla presa o di indossare molti strati di abiti per attutire i colpi.

Oggi sono iniziati i primi interrogatori degli indagati. Sei gli agenti del Beccaria sentiti in carcere dal gip di Milano Stefania Donadeo. Gli agenti, detenuti a Bollate, alcuni difesi dallo stesso legale, potrebbero decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte ad accuse molto pesanti. Gli interrogatori proseguiranno nel pomeriggio, mentre gli altri sette arrestati saranno sentiti nei prossimi giorni.

Nell’inchiesta sono riportate diverse intercettazioni telefoniche che, a dire della Procura di Milano, rappresentano un grave indizio contro gli indagati.

 

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Redazione

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