Ipotesi procedura d’emergenza Ue su vaccini. In Italia si prova a produrli

Da Bruxelles si apprende che la Commissione europea è al lavoro sull’ipotesi di procedere all’autorizzazione d’emergenza Ue per i vaccini. Oltre agli adeguamenti per le varianti, potrebbe riguardare anche i nuovi sieri che fanno già parte della strategia dell’Unione ma che ancora devono essere approvati.

Nel programma Ue sono ancora da approvare Curevac, Sanofi e altri due contratti dovrebbero essere siglati con Novavax e Valneva.

Il via libera dell’Agenzia europea del farmaco al vaccino monodose Johnson&Johnson potrebbe arrivare l’11 marzo, data in cui è fissata una sessione straordinaria del suo comitato per i medicinali per uso umano.
Dall’Ema dichiarano: “Quel giorno potrebbe essere emesso un parere sull’autorizzazione all’immissione in commercio di questo vaccino. A condizione che i dati presentati sulla qualità, la sicurezza e l’efficacia del vaccino siano sufficientemente solidi e completi e che qualsiasi informazione aggiuntiva richiesta per completare la valutazione sia prontamente presentata”.

Il vaccino, negli scorsi giorni, è stato autorizzato all’uso di emergenza dalla statunitense Food and Drug Administration. La Johnson&Johnson ha promesso di fornire agli Stati Uniti 100 milioni di dosi del suo vaccino entro la fine di giugno.


Al Mise la seconda riunione del tavolo finalizzato alla produzione dei vaccini anti covid in Italia.  Nell’incontro  è stata verificata la disponibilità di alcune aziende a produrrei bulk, ossia il principio attivo e gli altri componenti del vaccino anti Covid.

La produzione potrà avvenire a conclusione dell’iter autorizzativo da parte delle autorità competenti, in un tempo stimato di 4/6 mesi. Nel frattempo si apre l’ipotesi di finanziare con due miliardi la campagna vaccinale. Ipotesi che sarebbe contenuta nella bozza del dl Sostegno allo studio in queste ore del Governo per finanziare il pacchetto salute.

Il Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha affermato: “Si sta valutando la possibilità di sviluppare un polo nazionale pubblico-privato per la produzione di vaccino che garantisca l’Italia non solo in questa fase emergenziale“.

Un algoritmo per individuare chi ha la priorità ai vaccini

Un algoritmo sviluppato dagli statistici dell’Università Milano Bicocca, individua per nome e cognome le persone dai 18 ai 79 anni che hanno la priorità al vaccino in base al loro profilo clinico. L’indice di fragilità è stato calcolato incrociando le informazioni della Banca dati assistiti delle regioni con i flussi di sorveglianza dei tamponi, dei ricoveri e dei decessi per Covid.

 

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