La crescita del PIL Cinese: le ragioni e le prospettive a breve

Ha sicuramente sorpreso per le sue dimensioni il dato, reso noto pochi giorni fa, sulla crescita del PIL della Cina nel primo trimestre di quest’anno, 18,3% rispetto al corrispondente trimestre del 2020.

Un dato, certamente, superiore a quello previsto nelle stime governative del Work Report di Li Kequiung (oltre 6%) e del Fondo Monetario Internazionale (8,4%); anche se va ricordato, ai fini di un corretto inquadramento statistico, che il primo trimestre del 2020 aveva registrato una contrazione del 6,8% per il blocco economico causato dal diffondersi della Pandemia da Covid ’19.

Cause dell’aumento del PIL

In ogni caso, l’aumento del PIL in doppia cifra è il risultato di una duplice causa, il riavvio della domanda interna e di quella estera. La prima, come testimoniato dagli indicatori dei consumi, per un ritorno massiccio agli acquisti da parte della popolazione cinese. La seconda, la domanda estera, per la ricerca, in realtà mai del tutto cessata e ora decisamente accentuata dalla generale ripartenza dell’economia mondiale, da parte delle altre nazioni di prodotti Made in China.

Va, poi, aggiunta un’altra considerazione che in larga misura giustifica questa performance dell’economia cinese, ossia la politica commerciale e di investimenti all’estero, particolarmente aggressiva, perseguita nel corso degli ultimi anni dal gigante asiatico .

Basti ricordare i due esempi più recenti: la sottoscrizione nello scorso novembre di un importante protocollo commerciale con i 10 Paesi dell’ASEAN più l’Australia, la Nuova Zelanda, il Giappone e la Corea del Sud avvenuta lo scorso novembre e l’altro Protocollo d’Intesa in materia di investimenti siglato a fine 2020 con l’Unione Europea.

Espansione commerciale della Cina

Due eventi, che costituiscono il culmine di una progressiva espansione commerciale della Cina, a lungo manifestatasi sotto forma di aiuti nei Paesi del cosiddetto Terzo mondo e, poi, allargatasi anche a quelli più industrializzati, favorita sicuramente da una miope politica di autarchia economica condotta dall’Amministrazione Trump, che di fatto ha consentito alla Cina una rimarchevole scalata di posizioni nella classifica di influenza geopolitica mondiale.

Si vedrà, quindi, se i prossimi mesi confermeranno o meno l’entità di una crescita così considerevole dell’economia cinese su cui incombono, comunque, delle nuvole minacciose, rappresentate, sia dall’ osservanza del Protocollo mondiale di tutela del clima (Accordi di Parigi), sia dalla salvaguardia dei diritti fondamentali della persona; due capitoli considerati essenziali per il decollo dell’accordo con l’UE attualmente in stand by, proprio a causa della mancanza di passi concreti in questi due ambiti da parte del Governo cinese.

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